Cosa ci faceva a Sant’Anastasia il killer Massimiliano Sestito? Gli inquirenti indagano su possibili fiancheggiatori
Sant’Anastasia – Al momento dell’arresto aveva con sé diverse banconote da 50 euro, delle chiavette per pc, un portafogli, due telefoni cellulari e delle immaginette sacre. Il fuggitivo aveva rotto il braccialetto elettronico ed aveva fatto perdere le proprie tracce alla fine del mese scorso. Era da solo davanti alla stazione e aspettava un taxi il killer della ‘ndrangheta evaso da Milano nei giorni scorsi e catturato a Sant’Anastasia. “Il killer della ‘ndrangheta Massimiliano Sestito, evaso qualche giorno fa dai domiciliari a Pero, nel milanese, è stato catturato.
Era in regime di custodia cautelare per l’omicidio di un boss della ‘ndrangheta, Vincenzo Femia, avvenuto a Roma nel 2013. Era, inoltre, già stato condannato a 30 anni per l’omicidio del carabiniere Renato Lio avvenuto a Soverato, in Calabria, nel 1991.
Sestito era ai domiciliari da alcune settimane su decisione della Corte d’appello della Capitale. Nell’ottobre del 2021 era stata confermata, in secondo grado, per lui, la condanna all’ergastolo.
Stava scontando la condanna per l’assassinio del carabiniere calabrese Renato Lio, avvenuto a Soverato nel 1991. E proprio nei giorni scorsi la Procura della Cassazione aveva chiesto la conferma dell’ergastolo per un altro omicidio commesso da Sestito nel 2013 a Roma.
I carabinieri di Milano coi colleghi della locale stazione dell’arma lo hanno tratto in arresto. Cosa ci facesse a Sant’Anastasia uno spietato killer della ndrangata è l’elemento su cui indaga l’intelligence.
“Complimenti all’Arma dei Carabinieri per la cattura di Massimiliano Sestito, pericoloso esponente della ‘ndrangheta evaso dagli arresti domiciliari lo scorso 30 gennaio”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sottolineando “l’importanza di una operazione che ha consentito di interrompere in tempi brevi la latitanza del criminale già condannato a trenta anni per l’omicidio di un carabiniere e che era fuggito in attesa del verdetto della Cassazione per un altro omicidio”.
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