Le indagini della Procura della repubblica di Nola sono passate in mano al giudice Laura Triassi e la qualche giorno fa – come racconta un dettagliatissimo articolo di Daniela Spadaro per ilMediano.it – la Cassazione ha dato ragione ai pm Luca Pisciotta e Antonella Vitagliano che avevano fatto ricorso alla suprema corte dopo il decadimento dell’accusa di associazione per delinquere, convinti dei gravi indizi di colpevolezza con un nuovo rinvio al riesame per la discussione delle difese che avverrà a settembre. La Procura, dopo gli interrogatori e i confronti, rimane convinta della consapevolezza di tutti gli indagati (l’ex sindaco Lello Abete, l’ex consigliere Pasquale Iorio, l’ex segretario Egizio Lombardi e l’imprenditore Alessandro Montuori, titolare dell’agenzia selezioni e concorsi di Salerno) rispetto alla compravendita dei posti pubblici al Comune di Sant’Anastasia per cifre che sarebbero andate dai 20 ai 50 mila euro a seconda del livello occupazionale, per rivedere e correggere gli elaborati.

“Per quel che attiene Lombardi e Montuori l’inchiesta, anche in virtù delle loro stesse deposizioni – scrive la giornalista Daniela Spadaro – si è allargata a macchia d’olio su altri comuni. Se il riesame accogliesse le loro tesi, almeno per quel che riguarda Sant’Anastasia e dunque con il coinvolgimento di tutti e quattro gli indagati, gli ex sindaco, consigliere, segretario nonché l’imprenditore, vedrebbero aggravare ulteriormente la loro posizione”. La Concorsopoli anastasiana, gli interrogatori e la collaborazione di tre indagati su quattro hanno rivelato una vera e propria holding che aveva agito non solo a Sant’Anastasia ma a Pimonte, Cercola, San Giuseppe Vesuviano, Sarno, altri enti pubblici e persino in concorsi all’università.