Ciro a Mare ancora “chiuso per camorra”: intervengono i GD. “RIAPRITE LE PORTE DELLA SPERANZA!”

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“Riaprite le porte della speranza!”: è questo l’appello che hanno voluto lanciare i Giovani Democratici di Portici in merito alla questione “Ciro a Mare“, il ristorante chiuso per Camorra dal lontano 2009; anno in cui un incendio doloso ha distrutto lo storico esercizio commerciale sito all’interno del porto del Granatello e, con lui, il sogno della famiglia Rossi, titolare dell’attività . “Da giovani cittadini,- dicono i GD di Portici – prima ancora che da giovani democratici, riteniamo doveroso fare un po’ di chiarezza e ripetere un po’ di storia; la nostra storia: lo storico ristorante porticese “Ciro a mare” fu costruito nel luglio del 1965 dai fratelli Rossi (Ciro, Antonio, Giovanni e Ludovico), in seguito ad una regolare licenza edilizia rilasciata dal Comune di Portici, nella zona del Granatello antistante la spiaggia delle Mortelle. Un posto abbandonato a se stesso su cui, all’ epoca, pochi avrebbero avuto il coraggio e la lungimiranza di scommettere. Ciro Rossi (padre di Tiziana), infatti, si fece addirittura carico di costruire la strada pubblica, si occupò dell’ illuminazione e dell’ acqua, nonché della stessa scogliera, di cui quella parte del litorale era sprovvista, causando ingenti danni anche al ristorante, in seguito alla prima mareggiata. Insomma, grazie al coraggio ed al proverbiale senso civico della famiglia Rossi la Città tutta ebbe l’ opportunità di riappropriarsi di una parte di sè imprescindibile per il proprio rilancio, in termini storici, turistici, occupazionali. Tuttavia, nel 2000 nacquero i primi problemi con la criminalità, in occasione del primo “avvertimento” ai danni di uno dei soci del ristorante… Da lì nove anni di paura, ma anche di perseveranza e di denunce che portarono i soci ad essere riconosciuti come vittime di camorra sulla base di una sentenza del Tribunale di Napoli (n rg. 48 240, istanza del 2008). Non abbastanza, purtroppo, ad evitare il tragicamente noto e fatale incendio doloso del 4 gennaio 2009. Da allora l’ attività è rimasta chiusa, a dispetto delle tante denunce, petizioni, esposti e lo stanziamento di risorse, da parte del Ministero dell’ interno, nell’ ambito del Fondo di solidarietà per le vittime di camorra. Significativi passi avanti si ebbero grazie all’impegno perpetrato dalla giunta Cuomo, che rese possibile la rimozione di un piano sprovvisto di licenza e l’ approvazione del progetto di ricostruzione. Successivamente, nel 2013, l’ ex magistrato Nicola Marrone è stato eletto Sindaco di Portici e tra le promesse fatte in campagna elettorale (ed ancora in attesa di essere mantenute) c’ era anche la riapertura di “Ciro a mare”. Ciononostante, a distanza di quasi tre anni da allora, ancora nulla di concreto è stato fatto, in spregio ad un Consiglio comunale monotematico sulla legalità (tenutosi diversi mesi fa), in cui, su spinta dell’ opposizione, si rinnovò l’ impegno dell’ Amministrazione-Marrone in tal senso. A detta degli stessi magistrati dinanzi ai quali si è incardinata questa vicenda giudiziaria, per sbloccare la situazione basterebbe una delibera del Consiglio comunale contenente una chiara volontà politica, per avviare una transazione tra i fratelli Rossi ed il Comune. Quindi ci chiediamo: Cosa altro si sta aspettando? Che dietro ragioi burocratiche e continui rinvii si celi un’assenza di volontà politica da page della presente amministrazione comunale? La legalità non può essere ridotta a semplice slogan, e far passare il messaggio che coloro che rispettano le leggi e denunciano siano condannati a morte certa, fisica ed economica, è quanto di più grave e pericoloso le Istituzioni possano fare. Almeno in queste occasioni, si rinunci ai colori politici, per abbracciare quelli della giustizia”. 

Già la scorsa settimana una petizione intrapresa dall’ex consigliere comunale Francesco Portoghese e dagli attivissimi cittadini Ciro Gallo e Alberto Guarino, ha riacceso i riflettori mediatici sulla vicenda. Il primo cittadino Nicola Marrone si è così impegnato a portare la questione in consiglio, promettendo la discussione in Assise già prima di Natale. La promessa del sindaco non ha però soddisfatto la proprietaria Tiziana Rossi che vorrebbe una data precisa per conoscere il futuro del suo ristorante. (Leggi qui)

Dario Striano

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