Cancro al seno in gravidanza, al Cardarelli salvi mamma e bimbo dall’unità dei prof Ferdinando Riccardi e Claudio Santangelo

 

La scoperta di un tumore al seno al quinto mese di gravidanza e la decisione di rimandare l’intervento chirurgico per far nascere il figlio. È accaduto a Napoli: mamma e figlio, che oggi stanno bene, sono stati salvati dalla “Brest Unit” dell’ospedale Cardarelli di Napoli.

«Al tatto sentivo un nodulo – racconta Patrizia – ho fatto una prima ecografia a cui è seguita una biopsia e il 27 maggio del 2019 la diagnosi. Ero incinta e per un momento ho dovuto valutare l’ipotesi di una scelta da compiere, non perché mettessi a rischio mio figlio, ma perché portando avanti la gravidanza avrei ritardato le mie cure».

Patrizia, però, non ha avuto alcun dubbio. Federico sarebbe nato e soltanto dopo avrebbe pensato a sé. Dal momento della diagnosi, la futura mamma è stata seguita dalla Best Unit dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, dall’équipe di Ferdinando Riccardi, direttore di Oncologia e da Claudio Santangelo, direttore di Ostetricia e Ginecologia.

«Abbiamo un programma che prevede una terapia medica prima dell’intervento – spiega Riccardi – il tipo di tumore in questione è molto sensibile alla chemioterapia; il trattamento definito “neoadiuvante” è quello somministrato prima dell’intervento, con l’obiettivo di ridurre le dimensioni del tumore e rendere possibile un’operazione meno demolitiva. Andava valutato il percorso da compiere e una terapia medica, prima dell’intervento chirurgico, che tenesse conto della gravidanza e che consentisse a Patrizia di raggiungere una età gestazionale adeguata per il parto».

Ogni anno alla “Breast Unit” del Cardarelli vengono affrontati 300 nuovi casi di donne colpite dal tumore al seno.

«La nostra “Breast Unit” è seconda per numero di casi in Regione Campania – fa sapere Riccardi – abbiamo pazienti con un’età che va dai 25 agli 85 anni. Per alcune, come nel caso di Patrizia, si può intervenire prima. I dati indicano una percentuale del 40% di casi in cui il tumore viene completamente distrutto dalla terapia pre-operatoria, ma solo l’intervento ci può dare una conferma».

«Abbiamo fatto la pianificazione delle cure con il dottor Santangelo – ricorda Riccardi – e concordato i tempi con Patrizia. A quel punto abbiamo iniziato le terapie. Prima del parto aveva portato a termine 4 cicli di chemio». La prima terapia è stata somministrata a Patrizia il 18 giugno del 2019.

«C’era la possibilità che avrei perso i capelli già tra la prima e la seconda chemio fissata per il 9 luglio – sottolinea – fortunatamente non è stato così, non sono mai diventata calva. Avevo molta paura di questo». Grazie alle cure ricevute Federico è nato a settembre. A gennaio di quest’anno, Patrizia si è sottoposta all’intervento. Ora è alle prese con l’ultima chemio e ha iniziato la radioterapia.

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