E’ zona rossa, instabile, la periferia tra Portici e San Giorgio a Cremano: area che, già imperversata negli ultimi due anni da episodi criminali, come stese, sfilate e esplosioni di ordigni, sarebbe contesa tra due storici clan di Camorra sotto il Vesuvio.
VOLLARO VS MAZZARELLA. Da un lato i Vollaro, famiglia criminale che, nonostante gli arresti e le morti dei capiclan, risulta essere ancora egemone a Portici; dall’altra i Mazzarella, la cui costola di San Giorgio a Cremano, in guerra già con i Troia, starebbe pensando di allargare i propri interessi legati al narcotraffico nella vicina città della Reggia.
IL BUSINESS DELLA DROGA. L’apertura di una nuova e piccola piazza di spaccio a Via Dalbono, terra di confine, di edilizia popolare, di degrado e di abbandono, starebbe alla base dei contrasti tra i due cartelli storici criminali. Contrasti che nelle scorse settimane sarebbero sfociati in una “sfilata” intimidatoria, una prova di forza, tra i “vicoli” del comune del Granatello; quando una schiera di ragazzini riconducibili ai Mazzarella, su motorini, avrebbe sfrecciato per le vie del Mercato, o meglio il Centro Storico, divenuto una paradossale strada di Periferia che taglia in due Portici, sfoggiando in pieno giorni armi da fuoco.
STESE E SFILATE. Un gesto che non sarebbe passato inosservato al clan locale Vollaro che avrebbe risposto, pochi giorni più tardi, con una nuova “sfilata” per le vie del “mercato”. Una risposta a chi vorrebbe la famiglia camorristica in decadenza dopo gli arresti, le misure cautelari e le morti eccellenti degli ultimi anni, che avrebbe visto protagonista anche un reggente del clan.
ARRESTO A VIA DALBONO E LE INDAGINI DEGLI INQUIRENTI. L’arresto di ieri di un pregiudicato, ritenuto orbitante ai Vollaro, trovato in possesso, a Via Pagliano, a pochi passi proprio da Via Dalbono, di due pistole pronte allo sparo, una delle quali puntata verso un poliziotto, prima di essere gettata a terra, potrebbe rientrare nell’ottica di questa nuova faida alle pendici del vulcano. Gli inquirenti sono al lavoro per indagare sia sul perchè l’uomo girasse doppiamente armato, munito di due caschi integrali, dopo esser stato notato per il Centro Storico, a bordo di un ciclomotore, sia per individuare eventuali complici.
VIA DALBONO TERRA DI CONFINE E CONFINI INSTABILI. “Trema” ancora la terra tra San Giorgio a Cremano e Portici, già scenario di vecchie ruggini tra gli stessi Mazzarella e gli Abate, balzate anche agli onori delle relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia. Una convivenza difficile che sarebbe da ricondurre ad un omicidio di Camorra avvenuto 5 anni e mezzo fa, a pochi metri da un asilo e una scuola media: quando a morire crivellato dai colpi di armi da fuoco fu Vincenzo Cotugno, 48 enne originario di Casoria, residente a San Giorgio ma domiciliato a Casalnuovo ( leggi ).
Le ombre di una esecuzione senza pietà che a distanza di 4 anni anni si sarebbero riflesse prepotentemente nella zona periferica dei comuni di Portici e San Giorgio con l’esplosione di una bomba carta ( leggi ) che, a inizi Aprile 2016, distrusse due automobili, e con due raffiche di proiettili( leggi ), sparate, a distanza di 48 ore l’una dall’altra, nei pressi nel parco Astino: dove risiederebbe un pregiudicato, ritenuto affiliato ad un clan di Napoli est, in conflitto con i “padroni di casa” Troia (storico cartello criminale con parte dei vertici in galera e con un piccolo esercito di ragazzini criminali a disposizione) per la gestione degli affari illeciti sul territorio.
E non solo: anche le fiamme ad un auto, rubata a Pollena Trocchia, ma incendiata a San Giorgio a Cremano e ritrovata con una testa di maiale mozzata sul tettuccio, qualche mese più tardi, sarebbero riconducibili a questa faida che, proprio come l’omicidio di 5 anni fa, non risparmia di sparare in pieno giorno in presenza di ragazzini e cittadini. In seguito alla spirale di atti intimidatori che allertò, al tempo, anche i sindaci di Portici e San Giorgio, il servizio ad alto impatto effettuato dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco del reggimento Campania, con il supporto dell’elinucleo di Pontecagnano, durante la notte del 25 Aprile, giornata della Liberazione, riuscì ad attuare ben 22 perquisizioni personali e locali e il sequestro preventivo di una Lancia Thesis (blindata e munita di sirene) intestata ad un elemento di spicco del clan D’Amico di San Giovanni a Teduccio, nonché di 2 telecamere ad alta risoluzione costituenti il sistema di sorveglianza installato a protezione della sua abitazione. Nel corso dell’operazione fu inoltre arrestato Danilo Troia, 21enne, di San Giorgio a Cremano, già noto alle forze dell’ordine, ritenuto affiliato al sodalizio criminale dell’omonimo clan, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
UNA NUOVA FAIDA? L’arresto di ieri, dunque, potrebbe essere l’ulteriore segnale di una nuova faida sul territorio porticese. Si teme, infatti, una risposta all’agguato fallito di ieri, targato Vollaro, dai rivali napoletani che proprio non avrebbero digerito il racket sullo spaccio imposto dai “califfi” su una nuova piazza di Via Dalbono: nel lato, però, che fa parte del comune di San Giorgio a Cremano e quindi fuori dal “califfato“.
Dario Striano
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