Beppe Grillo sotto il Vesuvio? E’ di Pomigliano d’Arco e si chiama Luigi Di Maio. Spopola in piazza e corre per il Parlamento
È il Beppe Grillo vesuviano: Luigi Di Maio, 26enne di Pomigliano, è risultato secondo in Campania nelle Parlamentarie del Movimento 5 Stelle ed è tra i favoriti per un posto in Parlamento alle prossime elezioni.Come avete orientato la vostra campagna elettorale? Abbiamo deciso di illustrare “le 5 stelle” del programma con una serie di incontri tematici, dove hanno preso parte persone dell’attivismo, docenti universitari, esperti delle varie problematiche e operai. Da ogni discussione è nata una proposta di legge, che i cittadini stanno già votando sul portale nazionale. Ad esempio per quanto riguarda l’ambiente abbiamo evidenziato quanto il problema della raccolta differenziata stia coprendo il vero nocciolo della questione cioè lo smaltimento dei rifiuti industriali. Quali sono le vostre proposte sul tema “lavoro”? Se lo Stato investe in mobilità, in sicurezza, ambiente, conversione energetica e in green economy spinge gli stabilimenti, come quello di Pomigliano, a fiutare l’occasione e adeguarsi. Tutte le nostre proposte servono anche a generare occupazione, ad esempio rimettere in sesto le linee idriche può migliorare il servizio. Oggi abbiamo una dispersione idrica del 30%, uno spreco che non ci possiamo più permettere. E sul tema dell’energia? Chiediamo di modificare la legge che impedisce alle famiglie di produrre energia autonomamente sotto i 20 kWh, sopra è già possibile, così da inserire le singole famiglie nel mercato. Funzionerebbe così: se una casa ha un’ampia superficie per i pannelli fotovoltaici e produce un eccesso di energia, invece di scambiarla con l’Enel, al prezzo stabilito da loro, può venderla al vicino, al prezzo che gli fa più comodo. È la famiglia il centro del rilancio dell’economia. Cosa rispondi a chi dice che il M5s vuole solo fare opposizione? Non abbiamo escluso l’ipotesi di governare. Così come abbiamo eletto i candidati così eleggeremo anche i ministri, vagliando i curriculum in rete dei tanti esperti che hanno partecipato alla composizione del programma. Se saremo all’opposizione ci comporteremo come in Sicilia: valuteremo i singoli provvedimenti. Crocetta ha dichiarato che ci vede addirittura come parte della sua maggioranza. Selezionare tutti da curriculum non rischia di generare un “governo tecnico”? Oggi in Parlamento manca una visione prospettica: un parlamentare o un ministro bada principalmente a generare consenso sui 5 anni. Il nostro progetto guarda da qui a 20 anni. Quante volte ti ha chiamato Beppe Grillo? Mai. L’ho visto solo due volte, l’ultima durante la campagna elettorale. Sergio Puglia, primo in lista al Senato per la Campania, prima della campagna elettorale non l’ha mai visto. Tra militanti invece ci conosciamo da anni, attraverso la rete, gli eventi e i raduni. Noi ci sentiamo solo dei portavoce dei cittadini, per questo puntiamo all’affermazione di strumenti di controllo e di democrazia diretta che valutino il nostro stesso operato. Cosa farai, se sarai eletto, con lo stipendio di parlamentare? Noi ci siamo dati un tetto di spesa per i collaboratori di 5mila euro lordi, e abbiamo deciso di razionalizzare lo staff comunicazione, che sarà lo stesso per tutto il gruppo parlamentare, poi rendiconteremo in rete tutte le spese. In più il 70% dei nostri stipendi lo faremo inserire in un fondo per il microcredito alle imprese gestito dal ministero del tesoro, e non da noi. Per quanto riguarda il rimborso elettorale non li rifiutiamo: comparirà una voce in Gazzetta Ufficiale su cui sarà scritto “non percepito”. Non ti sembra “eccessivo” candidarsi al Parlamento come primo incarico amministrativo? È una grande responsabilità, ma la sto condividendo con i volontari. Sappiamo di essere impreparati nelle procedure amministrative, e proprio per questo le studieremo. Ci siamo formati con sette o otto anni di attivismo e di ascolto della gente. Io, per le mie esperienze, sarei contento se potessi dare un contributo alla crisi ambientale di questo territorio. Alcuni osservatori politici ritengono che dal M5s usciranno i nuovi Scilipoti. Tu condividi questa tesi? Ci saranno sì, forse uno o due, non siamo perfetti. Il M5S è un’opera di moralizzazione della politica, ma non è la soluzione. Da cosa deriva il vostro rifiuto ad andare in televisione?Noi invitiamo le televisioni ai nostri eventi e accettiamo interviste. Non ci piacciono i Talk-show, perché la conduzione e la regia possono fare tanto per veicolare le informazioni. Apparentemente può sembrare che non vogliamo dialogare in realtà non accettiamo le regole di quel tipo di trasmissione, perché secondo noi non fanno comunicazione, ma solo dibattito tra le forze.
Daniele De Somma
loravesuviana.it
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