Armi, droga, estorsioni e compravendita di alloggi nelle case popolari, la Procura di Napoli smantella i clan a Ponticelli

“È ovvio che andremo a vedere chi non ha controllato e chi si è girato dall’altra parte. Il coraggio – insiste il procuratore – non si vende alla Standa o al supermercato, c’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha: ci sono persone che occupano ruoli importanti che non hanno coraggio e il coraggio non si vende alla Standa o al Supermercato.Verificheremo se qualcuno si è voltato dall’altra parte” il capo della procura napoletana che ha coordinato assieme a un pool di magistrati le indagini che hanno portato allo smantellamento della holding camorristica a Ponticelli, è chiaro. Nicola Gratteri, non ha peli sulla lingua. “Purtroppo spesso occupano posti importanti e delicati anche persone che non hanno il coraggio per farlo” e il riferimeto del capo della Procura napoletana è chiarissimo a chi magari avrebbe dovuto tutelare la legalità e non l’ha fatto.

Sessanta arresti: decapitati i clan De Micco e De Martino. 54 soggetti in cella, sei ai domiciliari, circa un’altra ventina di indagati a piede libero. Rione Fiat, Conocal, Lotto O, un intero spaccato cittadino nelle mani della camorra che oltre a droga, armi ed estorsioni a Ponticelli gestisce il business dell’assegnazione degli alloggi e quello ad esso correlato dell’imposizione dei dieci euro al mese a casa per la ditta delle pulizie. Una vera e propria holding che al cambio di potere nel rione, cambia solo nell’assetto di comando: secondo quanto sta emergendo dalle indagini condotte dai pm Antonella Fratello e Simona Rossi, sotto il coordinamento dell’aggiunto Rosa Volpe e dello stesso procuratore Gratteri, Gup Anna Imparato: c’è un tariffario agli atti, secondo quanto emerge dal lavoro investigativo dei poliziotti della Squadra Mobile guidata da Giovanni Leuci. Fino a 5mila euro per occupare una casa del Comune; 2500 euro per chi è gradito al boss di turno. Agli atti spunta il coinvolgimento di un consigliere della municipalità (non indagato), che avrebbe svolto un ruolo di mediazione all’interno di un Caf. Un soggetto che avrebbe curato alcune pratiche legate all’inserimento di nuclei familiari negli alloggi resi disponibili dal Comune di Napoli.

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