Ancora veleni nel Parco Nazionale del Vesuvio: a San Vito trovati altri fusti tossici
Si continua a scavare a San Vito al Vesuvio alla ricerca di fusti tossici e rifiuti interrati. Gli uomini della Forestale, alle prese da stamattina con gli scavi in località Castelluccio, hanno portato alla luce oltre quaranta fusti tossici, sotterrati in una cava della frazione ercolanese, le cui vie si inerpicano sulla salita al Vulcano. In pieno Parco Nazionale del Vesuvio, riserva protetta istituita dal decreto presidenziale del 5-6-1995 per conservare i valori del territorio e dell’ambiente, salvaguardare le specie animali, e promuovere attività di educazione ambientale, altri veleni e materiali pericolosi stanno emergendo tra i campi coltivati.
Già il mese scorso, nell’ambito dell’operazione ‘Sangue Nero’, disposta dalla Procura della Repubblica di Napoli, gli uomini del corpo forestale dello Stato e del Noe dei Carabinieri, grazie alle denunce dell’attivissimo prete della zona, Don Marco Ricci, avevano dissotterrato una quarantina di fusti tossici, a cava Montone (clicca qui e qui).
Gli scavi proseguiranno per tutta la giornata di oggi. Comitati e residenti in fermento chiedono a gran voce di conoscere la verità sulla “Terra dei Fuochi vesuviana“, rimasta sepolta, come i suoi rifiuti interrati, per troppi anni dall’indifferenza mediatica e politica, locale e nazionale.
Dario Striano
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