A Somma Vesuviana un interessante confronto amministratori, esperti di criminalità, giovani, associazioni
“L’illegalità va combattuta e contrastata tutti i giorni ed in tutte le azioni. Da sindaco ad esempio soffro quando vedo per terra, nel verde, pneumatici e sversamenti quando poi abbiamo l’Isola Ecologica. La cultura della legalità dovrebbe sopraffare la illegalità che non dovremme esserci. Tutti dovremmo marciare nella stessa direzione. E’ una questione culturale. Personalmente, con questa Amministrazione, stiamo cercando di costruire una città a misura di uomini onesti e a misura di bambini. Il mio mantra è questo, dando vita anche a scuole nuove, belle, efficienti. Poi c’è il tema riguardante noi amministratori che dobbiamo costantemente prestare attenzione. Tutti siamo chiamati al senso di responsabilità, dai sindaci ai dirigenti, dai cittadini ai dipendenti pubblici. Tutti dobbiamo remare nella stessa direzione. Inoltre ringrazio le Forze dell’Ordine per l’operazione Alto Impatto. E’ necessaria la loro presenza costante sul territorio”. Lo ha affermato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, nel napoletano, a margine della conferenza : “L’Infiltrazione mafiosa nella pubblica amministrazione: il ruolo dei pubblici ufficiali, degli amministratori e della società civile”, svoltasi oggi, al Castello di Lucrezia D’Alagno.
A confronto amministratori, esperti di criminalità, giovani, associazioni.
“Dobbiamo esercitare azioni di legalità partecipata. La società civile deve segnalare, il consigliere comunale deve rappresentare presidio di legalità E’ dovere di noi amministratori e dei dirigenti operare azioni di verifica e ritirare le autorizzazioni a tutte quelle attività che hanno ricevuto le interdittive antimafia – ha dichiarato Crescenzo De Falco, assessore alla Legalità del Comune di Somma Vesuviana, nel napoletano – e segnalare la loro non eventuale non chiusura. Ad esempio a Pomigliano, alcuni locali hanno ricevuto l’interdittiva antimafia e il Comune ha provveduto subito al ritiro delle autorizzazioni”.
Le economie illegali.
“Le economie illegali si fanno spazio da anni e sono l’immagine pulita di una camorra mafizzata. La camorra – impresa è quella che fa più male ai nostri territori perchè da una parte svolge l’attività tradizionale ma dall’altra distrugge l’economia legale. Un’impresa gestita diterramente o indirettamente dalla criminalità organizzata, non ha necessità di produrre ma solo di riciclare – ha affermato Luigi Maiello, già Comandante del Corpo di Vigili Urbani in più realtà ed esperto in fenomeni ciminali – e da una parte si rafforza acquisendo consenso sociale, gestendo posti di lavoro, tessendo rapporti, costruendo anche rapporti con la politica loicale e dall’altra distrugge l’economia legale che non potrà competere con un’azienda che non ha rischio economico, in quanto l’unica finalità di questi criminali è quella di riciclare”.
E sono i cittadini, le attività, i giovani, lo sviluppo territoriale a pagarne le conseguenze.
“Bisognerebbe intensificare di più l’azione di prevenzione, soprattutto nei comuni come quelli del casertano o della provincia di Napoli dove i cittadini sono le vere vittime dell’ingerenza. Non tutti sanno che molte tariffe determinate dai Comuni sono propozionate ai costi sostenuti dall’Ente stesso. Se ci sono costi rimpinguati per erogare somme alla camorra – ha dichiarato Salvatore Carli, Referente campano dell’Associazione Antonino Caponnetto – se c’è una commistione di interessi con la camorra, i cittadini sono costretti a subirne i danni. Dunque bisogna rafforzare l’azione di prevenzione. Dove i clan hanno favorito il politico candidato, spesso abbiamo trovato autorizzazioni o appalti a favore del clan stesso”.
Libera ha istituito una linea per coloro i quali vogliono denunciare.
“In un momento in cui la mafia è diventata quasi la normalità, quasi rassegnati, la società civile è fondamentale, perchè anche se le mafie non sparano più usano altri mezzi ed uno di questi cher incide di più è la corruzione. La nostra associazione ha istituito una linea libera per coloro i quali vogliono essere accompagnati nel percorso di denuncia – ha affermato Antonio D’Amore, Referente Giustizia di LIBERA in Campania – e abbiamo iniziato percorsi anche all’interno delle scuole e creato progetti di formazione per quanto riguarda le comunità monitoranti”.
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