Pomigliano d’Arco – La camorra non c’è. Pomigliano è immune dalla camorra. Proprio mentre si definisce la questione Stellantis e aziende legate all’indotto, in città di insediano i commissari nominati dal Prefetto per stabilire se nella macchina amministrativa comunale ci sono ingerenze con la camorra o meno. La camorra, quindi c’è, eccome. Negli ultimi anni a Pomigliano si sono susseguiti vari episodi che hanno sollevato molte polemiche, dalla chiusura di tutte le pompe funebri della città ai sequestri di interi condomini giudicati abusivi dalla procura di Nola fino al provvedimento di decadenza a carico del comandante della polizia municipale, Luigi Maiello, che aveva sospettato connessioni tra clan e politica locale indagando in vari settori.

Il 26 novembre il prefetto Michele Di Bari ha anche disposto l’emanazione di altre interdittive a carico di alcuni grandi bar e ristoranti della movida chiedendo al Comune di adottare “i provvedimenti conseguenziali”.  La Commissione di accesso a Pomigliano d’Arco dovrà «verificare la sussistenza di tentativi di infiltrazione e/o di collegamenti della criminalità organizzata nel contesto dell’amministrazione del suddetto Comune». Così in una nota del prefetto di Napoli, Michele di Bari, che ha nominato la commissione su delega del ministro dell’Interno. L’accesso avrà durata di tre mesi, prorogabili una sola volta per ulteriori tre mesi.«Poiché siamo tranquilli e certi dell’operato integerrimo di questa amministrazione comunale attendiamo i riscontri della stessa Commissione d’accesso con la massima serenità». E’ quanto ha dichiarato il sindaco di Pomigliano, Raffaele Russo, alla notizia dell’arrivo al Comune della commissione di accesso antimafia, l’organismo inviato dalla Prefettura di Napoli per verificare, attraverso documentazioni da reperire in municipio, l’eventuale esistenza di infiltrazioni o di condizionamenti della camorra nelle attività della municipalità.