A La Casa del Popolo Michele Caiazzo mette sotto accusa il suo partito: “Nel Pd regionale e provinciale son bravi a piazzare i loro uomini nei punti chiavi per essere eletti”
Pomigliano d’Arco –
«Esistono delle aggregazioni nella gestione del Partito Democratico campano, sia regionale che provinciale, che sono molto brave a fare gli imbrogli, per piazzare i loro candidati in posizioni eleggibili». A parlare è Michele Caizzo, ex sindaco di Pomigliano d’Arco, che venerdì sera, alla Casa de Popolo di Piazza Mercato, ha messo sotto accusa lo svolgimento delle primarie, alla fine dell’esposizione di un attento studio dei dati elettorali che parte dai dati ministeriali e dei più autorevoli istituti di ricerca italiani comparato ai risultati ufficiali delle Primarie del Centro Sinistra.
Un lavoro accuratissimo che ha richiesto oltre 4 ore di esposizione, terminato con un’analisi Comune per Comune tra i risultati delle Primarie, il numero di iscritti al Pd e i risultati elettorali. Il seminario di studio era intitolato “Analisi dei risultati delle elezioni politiche 2013 a Napoli e Provincia” ed era composto da una serie di relazioni supportate da slide, elaborate da un gruppo di lavoro composto, tra gli altri, da Luigi Antignani, Rosa Barone, Giulia Bladier, Peppe Crocco, Maria Concetta D’Amore, Mariangela D’Auria, Virginia Ippolito e Salvatore Salzano.
Nei vari interventi sono stati comparati tutti i dati attinenti al voto con dovizia di particolari, come il flusso di voti che il Pd, come il Pdl ha ceduto al M5s a livello sia regionale che provinciale. Molti gli spunti di riflessione e le curiosità come la larga percentuale di vittoria del Pdl nei Comuni partenopei dove è alto l’abuso edilizio, a testimonianza della presa avuta sugli elettori della promessa di un nuovo condono edilizio. I relatori si sono più volte dichiarati disponibili a portare i risultati del loro lavoro in qualsiasi circolo del Pd, piazza o sede istituzionale che fosse interessata.
Particolare interesse nella sala ha destato l’intervento di Salvatore Salzano, che ha illustrato lo scenario post e pre elezioni della città di Napoli, diviso per quartieri e municipalità. Un mono di ragionare ancora distante in provincia, ma che presto potrebbe diventare pane quotidiano per tutti con l’istituzione della Città Metropolitana.
«Le elezioni di febbraio hanno radicalmente cambiato il quadro politico; – ha sintetizzato Michele Caiazzo, principale organizzatore dell’evento – serve un serio lavoro di analisi e conoscenza delle trasformazioni in atto. Ora che siamo in mare aperto non serve a nulla “congelare” la situazione esistente, perché quando si sbaglia analisi, o si rinuncia a farla, si sbaglia anche l’iniziativa politica. E questo non possiamo e non dobbiamo farlo. Non serve essere “forti” dentro il partito ma deboli fuori: occorre conquistare consenso tra la gente».
La platea si è infiamma alla fine, dopo circa tre ore, quando, finalmente, è toccato a Marco Marotta illustrare le anomalie che si possono trovare comparando i risultati delle primarie campane con quelle nazionali e i numeri elettorali.
Qui si possono vedere alcuni “paradossi” primo tra tutti la massiccia partecipazione alle primarie campane, più alta di quella nazionale, comparata al numero di iscritti ai singoli circoli, che non ha poi avuto risposta alle urne, dove il dato scende sensibilmente. Interessante il dato di Agerola: qui i 24 iscritti al Pd hanno portato a votare per la scelta del segretario e della lista elettorale ben 494 cittadini, circa 20 per ogni iscritto, su una media nazionale di 2. Poi però alle elezioni il dato è sceso in modo massiccio: a livello nazionale ogni elettore delle primarie si è “moltiplicato” per 7 alle urne, ad Agerola di 2,1. Ed esempi di questo tipo ce ne sono diversi.
«La vicenda campana delle primarie non ci lascia una bella fotografia, – sintetizza Caiazzo – prima le votazioni non trasparenti, poi i tanti paracadutati dalla dirigenza, arrivati in una cifra esorbitante, hanno contribuito ad annullare totalmente il valore positivo che avevano avuto le votazioni per la scelta del candidato premier e hanno portato il Pd alla sconfitta elettorale. Solo a Pomigliano, a Sant’Anastasia e in pochi altri Comuni, le primarie si sono svolte con correttezza e verità, dove cioè coloro i quali risultavano aver votato, avevano effettivamente partecipato di persona. Non siamo di fronte solo all’autoreferenzialità del partito, in molti casi è possibile vedere malcostume e totale scorrettezza nei comportamenti. E non è una cosa che viene dal basso, ma dall’alto. I risultati di alcuni seggi delle Primarie sono arrivati alle 4 del mattino e anche il giorno dopo, in altri casi abbiamo visto partecipazioni esagerate rispetto alle votazioni precedenti. Tutto questo ha consentito ad alcune correnti di conquistare candidati in posizione certe di elezione sia alla Camera che al Senato».
Daniele De Somma
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