Meno divorzi al Sud, costano troppo. Gli esperti a confronto a Napoli: “I separati sono i nuovi poveri”
Non si divorzia! c’è la crisi! Meno divorzi al Sud, ma non perché l’amore tra le coppie del Mezzogiorno sia più cementato che altrove, ma per ben più prosaiche ragioni di convenienza. L’analisi sulle coppie che no scoppiano è emersa dal convegno ‘Dalle famiglia alle famiglie’, tenutosi al Maschio Angioino di Napoli e organizzato dal gruppo di lavoro della psicoterapeuta Roberta De Martino, giudice onorario presso il Tribunale dei Minorenni di Napoli. Una giornata di studio per riflettere sull’importanza della mediazione familiare e un’occasione di confronto per capire anche che se al Sud ci si separa di meno non è solo questione di amore, ma anche di convenienza. Su 90 mila separazioni giudiziarie concesse nel 2012 in Italia, Napoli e la Campania sono ferme a 7.900. Saldi vincoli coniugali? Tutt’altro. ”La crisi economica ha inciso molto sul reddito dei separati che sono da considerare, ormai i nuovi poveri” afferma Valentina Di Giovanni, presidente dell’Ami. ”Al Sud si resta sotto lo stesso tetto perché costa meno, anche se non si va più d’accordo – continua la Di Giovanni – la disoccupazione femminile è ancora altissima e il reddito del partner spesso l’unica fonte di sostentamento”. ”Separarsi significa mantenere due case, pagare due condomini, raddoppiare le bollette” le fa eco Roberta De Martino. Al Sud le separazioni vanno affrontate in modo diverso e anche con tariffe differenti. ”Applichiamo già un tariffario calmierato – ricorda l’avvocato De Giovanni – e poi ricordiamo che a certe condizioni di reddito si ha accesso al gratuito patrocinio a spese dello Stato”. Metter fine alla litigiosità coniugale, dunque, costa. ”La mediazione è fondamentale per abbassare il conflitto soprattutto nell’interesse dei figli” sottolinea l’avvocato Cecilia Gargiulo vice coordinatore del comitato Diritto dei minori.
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