Pomigliano d’Arco – Sarà per metà granata la finale di Coppa Italia di serie D, in programma il 2 aprile: il Pomigliano Carcio se la vedrà con i bergamaschi del Ponte S. Pietro Isola. Indiscrezioni non ancora confermate dicono che l’incontro si svolgerà allo stadio Bruno Buozzi di Firenze. Ma nonostante il successo sportivo non si normalizza la situazione dello stadio Ugo Gobbato, campo storico del calcio pomiglianese, nella zona cerniera tra centro città e zona industriale. È da circa 2 mesi infatti che l’impianto è stato dichiarato inagibile dalla Laga Calcio e la squadra disputa gli incontri casalinghi al Marassi di Secondigliano. “La società non vede l’ora di tornare a giocare a Pomigliano – ha dichiarato il presidente Raffaele Pipola – ma non sta a noi stabilire se l’impianto di proprietà del comune è o non è a norma”.

Dichiarazioni che fanno eco a quelle del capitano della squadra, diventate pubbliche il 20 gennaio scorso attraverso un comunicato, quando la squadra ancora si allenava al Gobbato: “Il terreno di gioco si trova in pessime condizioni e ha determinato l’infortunio in allenamento di ben sette calciatori. Inoltre gli spogliatoi si trovano in condizioni pietose: presenza in tutte le stanze di muffa, caduta di intonaco, assenza di riscaldamento e di impianti di condizionamento. Scandalosa è la situazione in cui si trovano i servizi igienici, basti pensare che le docce risultano prive di un sistema di regolazione caldo/freddo”. Nel frattempo il Comune cerca soluzioni, ma ancora non è chiaro quale strada verrà intrapresa per far tornare le sciarpe granata sugli spalti del Gobbato.

Daniele De Somma