Dema, un presidio di eccellenza che rischia la “riconversione”: un concerto e uno sciopero che dura da un mese per dire no al piano Adler

Somma Vesuviana – La musica e l’energia, contro le lacrime e la disperazione. Le facce arrabbiate ma entusiaste fuori e dentro il Summarte e quelle stanche che segnano la lotta, i giorni e le notti di inquietudine. L’ex Fag, la Dema che ha rappresentato un grosso volano occupazionale per il territorio, riesce a trasmettere così tanti sentimenti ambivalenti, specie negli operai che vogliono o no i consigli di amministrazione, l’hanno reso grande, da essere un elemento troppo caldo perché se ne inizia ad occupare anche la politica nazionale.  “Resterebbero capannoni senza memoria, l’ennesima archeologia industriale con desertificazione industriale,

senza coloro i quali ogni giorno marcano il cartellino garantendo da più di 30 anni, continuità, produttività e qualità”. La questione Dema non è una questione locale.

Sono a rischio ben 200 posti di lavoro. Senza inutili pietismi, quasi duecento famiglie, spesso monoreddito che finirebbero in mezzo a una strada. L’ex Fag, oggi Dema è uno storico gruppo aerospaziale con sedi a Somma Vesuviana, Paolisi, nel beneventano e Brindisi, in Puglia che vive da un po’ di anni una crisi senza precedenti oggi arrivata all’apice. “Dopo il collasso del 2022, nonostante gli stipendi non pagati i lavoratori e il nuovo management riuscirono a risollevare l’azienda, ottenendo un concordato in continuità con garanzie fino al 2027. Il tribunale di Napoli impose al fondo Polus (con sede alle Cayman) di finanziare il piano industriale – ha affermato Andrea Morisco, operaio, Rappresentante RSU della Dema –  tutelando posti di lavoro e rotazione equa degli esuberi.  Dalla fine del 2024, con l’arrivo del nuovo Amministratore Delegato e l’acquisizione da parte di Adler Group, è iniziato uno smantellamento sistematico dei presupposti del concordato. Un documento interno di Adler, rinvenuto il 27 gennaio, conferma il piano di “deportazione” e riduzione occupazionale,  chiusura di stabilimenti, trasferimenti forzati di 80% dei dipendenti dallo stabilimento di Somma Vesuviana ad Airola e Brindisi, eliminazione di reparti critici. Dalle notizie in nostro possesso avremmo un notevole ridimensionamento. Attualmente nello stabilimento di Somma Vesuviana che dista appena 5 km da Pomigliano d’Arco, abbiamo il montaggio, la lamiera, la meccanica, la galvanica, la Certificazione, il magazzino e la verniciatura.

Con il Piano Adler avremo il Centro di Ricerca, ma solo con due reparti come la galvanica e la lamiera. Tutto il resto verrebbe trasferito”.  Andrea racconta dettagliatamente tutto. In sostanza la Adler ha acquisito Dema e lentamente la vuole riconvertire in altro, o vuole farle continuare a fare quello che ha fatto ma riducendone il personale e il budget. Contro tutto questo, sono saliti sul palco del Teatro Summarte di Somma Vesuviana artisti locali, nazionali e internazionali. Per dare una voce e un po’ di calore alle famiglie degli operai. Il concerto, bellissimo, è stato fatto per creare un fondo di beneficenza alle famiglie appunto. Circa duecento che rischiano di finire in mezzo a una strada. “Noi del Sud siamo stati sempre terra di grande conquista  – ha affermato il musicista Marco Zurzolo, da sempre un masaniello gentile a favore degli ultimi – e quando ci sono i conquistatori posso immaginare anche che possa essere una cosa giusta. In realtà non lo è ma lo fanno. Ma chi rinnega la propria terra non ama la propria terra”.  Sul palco anche lo storico gruppo dei E’ Zezi che hanno letto un messaggio.  “Siamo in un periodo tremendo. Ci invitano a comprare di tutto dalla tecnologia –hanno affermato i E’ Zezi –  al cibo. Noi vogliamo il lavoro e la dignità delle persone”. Sul Palco del Teatro Summarte, al Concerto per i lavoratori della Dema, sono saliti anche Il Sogno di Ilse a Fabio Fiorillo, Michele Buonocore e il Collettivo Artistico Vesuviano, i SoulPalco e Nino Conte Trio. Purtroppo le note belle, le parole impegnate, la dedizione, la passione e la lotta nulla potranno contro il business delle riconversioni. La politica locale è dalla parte degli operai Dema.

La gente, il popolo sa da che parte stare. La “vecchia Fag” ha fatto vivere intere generazioni di vesuviani e la holding, poi passata di mano in mano a varie proprietà, ognuna con un periodo di crisi e assestamento che però non preludevano chiusure, sul lavoro dei vesuviani, attenti, scrupolosi e dopo anche specializzatissimi, ha fatto la sua forza. Poi il lavoro diventa un costo, non un valore e le persone un numero, elemento da far quadrare in un bilancio, fa nulla se ha marito, moglie e figli. I consigli di amministrazioni delle holding non li conoscono i nomi degli operai.  “L’Amministrazione Di Sarno è al fianco dei lavoratori. A nome del Consiglio Comunale ho espresso la piena solidarietà ai lavoratori. Il mio è un messaggio di vicinanza anche alle famiglie dei lavoratori. Siamo convinti  che sia la massa lavoro  – ha affermato Antonio Granato, Presidente del Consiglio Comunale di Somma Vesuviana – e anche le commesse porteranno un risultato positivo. Dopo l’incontro in Prefettura siamo convinti che ci siano ottime referenze per la continuità del servizio e dei dipendenti. La qualità della manodopera rappresenta un punto di forza e senza questi lavoratori che giustamente non devono lasciare il proprio territorio, non c’è garanzia di una manodopera di qualità”.

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