Il nodo del terzo mandato agita il Pd campano: in aula dopo il “no” della leader del Pd Schlein alla ricandidatura di De Luca

“Il Pd ha una posizione chiarissima: siamo contrari al terzo mandato. Per noi vale la legge nazionale che prevede il limite a 2 mandati. Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono ma il Pd non sosterrà presidenti uscenti per un terzo mandato”. Così la leader del Pd, Elly Schlein, rispondendo a una domanda su un eventuale terzo mandato in Campania, ospite di “Che tempo che fa” in onda sul Nove. Sul candidato alla guida della Campania, per la successione a Vincenzo De Luca “si dovrà discutere con il partito della Campania. Così come Bonaccini (in Emilia-Romagna, ndr) e Decaro (in Puglia, ndr) hanno aiutato a costruire il dopo, bisognerà costruire il dopo anche in Campania”.

Il nodo del terzo mandato di De Luca agita il Pd campano. Arriva al voto in Consiglio la norma che renderebbe formalmente possibile la ricandidatura del governatore uscente, ipotesi esclusa senza mezzi termini sul versante politico dalla segretaria dem Elly Schlein.

Dunque, resta da vedere se in aula la maggioranza deluchiana avrà i numeri o se – almeno per alcuni dei consiglieri dem – prevarrà la linea del partito. Sono ore di febbrili trattative telefoniche, e solo domani si conoscerà l’esito di una partita alla quale De Luca ha voluto imprimere nelle ultime settimane una forte accelerazione, annunciando di volersi ricandidare in ogni caso, Pd o non Pd, “con chi ci sta”.

Il testo su cui il Consiglio regionale deve votare prevede che “non è immediatamente rieleggibile alla carica di presidente della Giunta regionale chi, allo scadere del secondo mandato, ha già ricoperto ininterrottamente tale carica per due mandati consecutivi”, ma stabilisce anche che “il computo dei mandati decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge”. In caso di bocciatura, De Luca avrebbe annunciato ai suoi di essere pronto a dimettersi.


I consiglieri Pd sono dunque divisi tra il diktat politico del Nazareno e quello del governatore, anche se cresce la spinta ad una posizione improntata all’equilibrio: tra i dem infatti c’è chi sarebbe pronto a votare il testo, dichiarando però che la norma non debba significare automaticamente la ricandidatura di De Luca. Un modo per superare lo scoglio, lasciando poi alle diplomazie il compito di trovare una exit strategy quando manca ancora quasi un anno alle urne.
La decisione finale si saprà quando i consiglieri risponderanno alla chiamata per il voto palese. Tra i dem l’unica ad aver già annunciato il no è Bruna Fiola, mentre i riflettori sono puntati sulle scelte dei big del partito, dal capogruppo Mario Casillo al presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero, fino a Massimiliano Manfredi, fratello del sindaco di Napoli Gaetano che  ha dribblato la questione: “E’ un tema del Pd, ne parla il Pd”, ha detto il primo cittadino.

Il centrodestra osserva e attacca: “E’ l’ultimo atto di una ridicola sceneggiata dove i problemi dei campani sono l’ultimo dei pensieri rispetto alle poltrone”, dice il commissario regionale di FdI Antonio Iannone. Dal partito della premier potrebbe scendere in campo alle regionali Edmondo Cirielli: “Mi hanno chiesto la disponibilità ma sono molto felice di fare il viceministro degli Esteri. Però sono anche un uomo di partito e se fosse necessario… Ma è un problema che penso non si porrà prima di aprile o maggio”.

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