“Troppe armi in mano ai ragazzini”: il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico si riunisci dopo l’assassinio di Santo Romano

San Sebastiano al Vesuvio – Due ore e mezzo di riunione alla quale hanno partecipato il procuratore generale Aldo Policastro e il procuratore dei Minori di Napoli, Maria de Luzenbeger, il prefetto di Napoli Michele di Bari, il sindaco di San Sebastiano al Vesuvio Peppe Panico, il comandante della locale stazione dei carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato e i vigili urbani. Due le linee in sostanza da seguire: quella classica del presidio dei territori e quella abusata e forse mai concretamente praticata dell’educazione alla legalità.

Il procuratore dei Minori di Napoli, Maria de Luzenbeger,( sotto nella foto)  purtroppo, conosce bene il fenomeno ed è andata dritto al dunque: il problema sono le armi in mano ai ragazzini.

“È un momento veramente molto grave, nonostante il grande lavoro di prevenzione che stiamo svolgendo. Ci sono due temi: l’eccessiva circolazione di armi da fuoco addosso ai ragazzi, che evidentemente subiscono suggestioni sbagliate da contenuti violenti anche sul web, senza praticamente alcun controllo e purtroppo in questi territori c’è una cultura di camorra. Vi è tutta una fascia grigia di ragazzi anche giovanissimi che non sono necessariamente implicati nella camorra, né sono figli di persone implicate con essa, ma respirano un clima di violenza, vivono in una cultura di sopraffazione che è l’unica che poi dà loro in qualche modo visibilità”. In riferimento al fatto che a sparare Santo Romano sia stato un diciassettenne da poco uscito da un istituto minorile, Maria de Luzenbeger è ancora più chiara. “Il problema è l’accompagnamento una volta che si esce dal circuito penale. Un accompagnamento che al momento è carente. Il numero di reati non aumenta, ma la gravità degli stessi sì e bisogna intervenire”.

“La morte di un giovane è un impoverimento di una comunità. C’è bisogno di un’attività educativa, sociale e di implementazione di tutti i servizi. Ma in questo momento stanno venendo meno le sentinelle sociali di controllo del territorio” il commento del Prefetto Michele di Bari (nella foto sopra) . “Bisogna prevenire e per farlo ci vogliono occhi vigili sul territorio, quali possono essere gli assistenti sociali. Riguardo alla presenza delle armi, facciamo tantissimo tutti i giorni nonostante ci siano organizzazioni che trasformano le armi giocattolo in vere e proprie armi atte ad uccidere.

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