La Flagellazione di Cristo di Caravaggio sarà esposta al Museo di Donnaregina nel cuore del centro storico di Napoli dal 28 febbraio al 31 maggio
La Flagellazione di Cristo di Caravaggio sarà esposta al Museo di Donnaregina nel cuore del centro storico di Napoli dal 28 febbraio al 31 maggio.
Iniziativa voluta fortemente dall’Arcivescovo Domenico Battaglia in occasione della Pasqua è anche un primo messaggio alla città del neo direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Eike Schmidt, presidente del Consiglio di amministrazione del Fondo Edifici di Culto: “L’esposizione della Flagellazione di Caravaggio al Museo di Donnaregina non offre solo la possibilità a tutti i napoletani di rivedere il capolavoro di Michelangelo Merisi dopo le lunghe assenze dalla città per mostre all’estero (l’ultima al Louvre, da dove rientra, ndr), ma consente anche un approfondimento teologico-pastorale e storico-artistico del quadro, e consolida i rapporti forti e reciproci tra le tre istituzioni coinvolte” spiega.
“Per la città tutta l’esposizione della Flagellazione sarà uno stimolo a non arrendersi alle difficoltà incontrate lungo il cammino del proprio riscatto sociale, ma a proseguire con indomita decisione, anche quando questo dovesse comportare il sacrificio di se stessi, l’impegno di non arrendersi mai, neppure di fronte alle sfide più alte” sottolinea Mons.
Adolfo Russo Per l’occasione lanciato un biglietto unico che consentirà di ammirare anche le “Sette Opere di Misericordia” di Caravaggio al Pio Monte della Misericordia, a pochi passi dal museo Dicesano.
La mostra ‘Caravaggio a Donnaregina’ e il catalogo sono a cura di Pierluigi Leone de Castris, coordinamento di Elio de Rosa.
Per de Castris “La generosa iniziativa odierna del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno di esporre al suo rientro a Napoli dopo la mostra del Louvre non già a Capodimonte, ma al Museo di Donnaregina, segna un’importante inversione di tendenza in questa vicenda, e costituisce un coraggioso tentativo di riavvicinare quest’opera così straordinaria al territorio e alla città”.
L’opera (1607) lasciò il Centro Antico di Napoli e la chiesa di San Domenico dopo 350 anni e da oltre mezzo secolo è un dipinto iconico del Museo di Capodimonte.
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