“Sono Giuseppe e avrò 26 anni per sempre”, la lettera scritta dalla mamma di Giuseppe Fusella, pubblicata dal Corriere del Mezzogiorno

Riprendiamo per intero un articolo di Titti Beneduce per il Corriere del Mezzogiorno, il dorso Campano del Corriere della Sera. L’articolo è assieme un appello e un pugno allo stomaco. E’ il racconto di un racconto, scritto in prima persona non da un ragazzo assassinato, ma da sua mamma che scrive attraverso di lui. «Salve sono Giuseppe Fusella e ora vi racconto la mia storia. Ero un ragazzo che amava lo studio lo sport e sognavo di fare il carabiniere. Un giorno insieme al mio amico Tullio andammo a farci un giro e per sbaglio ci imbattemmo in una stradina, in via Marsiglia a Ercolano». Comincia così la commovente lettera scritta dalla madre di Giuseppe Fusella, ucciso per errore nell’ottobre del 2021 a Ercolano assieme all’amico Tullio Pagliaro da un camionista che sparò dal balcone credendoli ladri. I due ragazzi aspettavano che fosse l’alba, quando Tullio, che aiutava il padre nel mercato dei fiori di Ercolano, cominciava a lavorare; Giuseppe gli teneva compagnia fino ad allora. Per il duplice omicidio è stato condannato in primo grado all’ergastolo il camionista Vincenzo Palumbo, che ora è ricorso in appello.

La dinamica

«Eravamo in cerca di un po’ di spazio – prosegue la lettera – per invertire il senso di marcia. Da una “villetta” così definita dai giornalisti, ma in realtà una catapecchia abusiva, si affacciò un orco che da esperto cacciatore esplose undici colpi caricando anche la pistola. Dichiarò poi in udienza che non ebbe neanche l’impulso di chiamare il 118 nonostante i lamenti, ma chiamò i carabinieri dopo 26 lunghissimi minuti. Lo scempio fu ripreso dalle telecamere di videosorveglianza e il GPS dell’ auto non rilevò nessuna sosta».

L’appello

Il motivo per cui Immacolata ha scritto la lettera è questo: «Il killer ha avuto l’ergastolo e ora ha chiesto l’appello perché i gradi di giudizio sono tre. Mi rivolgo a voi lettori: ma cosa c’è da appellarsi? Da quella maledetta notte i miei sogni, infranti, la mia famiglia sopravvive con una zavorra nel cuore e nell’ anima e tutti i giorni deve fare i conti con la mia assenza, mio fratello a fatica va avanti, ancora in cerca del suo posto nel mondo. Sono Giuseppe e avrò 26 anni per sempre».

 

 

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