Tra gli applausi il discorso della Presidente del Consiglio Nazionale Forense Maria Masi al congresso di Lecce
“Torniamo a credere nel nostro ruolo centrale non solo nella giurisdizione ma nella difesa dello Stato di diritto, della stessa democrazia». Così la presidente del Consiglio Nazionale Forense, la vesuviana Maria Masi, nel discorso che ha inaugurato il congresso nazionale forense tenutosi a Lecce (il primo in presenza dopo la pandemia) ha invitato i colleghi a “superare la crisi identitaria e a ritrovare la forza della nostra funzione”. Maria Masi rilancia la professione e l’identità dell’avvocato. La sua non è solo una relazione tecnica, ma un manifesto politico di una intera categoria, che la presidente in più di una occasione chiama avvocatura. “Torniamo a credere nel nostro ruolo centrale non solo nella giurisdizione ma nella difesa dello Stato di diritto, della stessa democrazia. Dobbiamo ritrovare la nostra identità: va affrontata una crisi che non è solo economica ma anche culturale, e che certo non riguarda solo noi. Ma quella crisi nel nostro caso si trasforma in uno smarrimento identitario. Dobbiamo superarlo attraverso la consapevolezza del nostro ruolo, a partire dalla capacità di valorizzare gli obiettivi che siamo stati in grado di cogliere”. Avvocatura di base, tutela dei diritti, garanzia per gli avvocati giovani e per le donne, ma anche un monito importante alla politica perché metta mano alle riforme. Il congresso nazionale forense di Lecce ha segnato una nouvelle vague per la politica forense italiana, che con orgoglio e senza campanilismi, parte da sotto il Vesuvio.
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