Ottaviano. Emanuele Ragosta, 25 anni, è consigliere comunale per la seconda volta nelle file del centro sinistra. Alle scorse elezioni ha appoggiato Andrea Nocerino ed oggi siede nei banchi dell’opposizione. È laureando in giurisprudenza, con una tesi in diritto amministrativo dedicata alla Città Metropolitana.
Ci racconta i suoi inizi in politica?
«È stato un bisogno che ho sentito da quando ero al liceo. In quel periodo io e altri amici abbiamo dato vita a “Il Confronto”, un giornale nato nel 2007 che abbiamo stampato fino al 2013. Il nostro era un tentativo, speriamo riuscito, di fare opinione ad Ottaviano attraverso un periodico».
Perche` l’opposizione di Ottaviano appare slegata?
«Ciascun componente dell’opposizione interviene in consiglio comunale facendo riferimento alla sua lista. Andrea Nocerino ha sottolineato più volte che dobbiamo fare gioco di squadra, ma anche evidenziare le nostre autonomie».
A cosa e’ dovuta la vostra sconfitta elettorale?
«L’ex sindaco Iervolino si è dimesso a causa della sua candidatura alle primarie per il parlamento e pochissimi della sua amministrazione si sono ricandidati. Tra questi alcuni sono passati al centro destra e, nella mia coalizione, solo io e Francesca Ambrosio siamo stati rieletti. Dobbiamo però prendere atto che al termine della scorsa amministrazione vivevamo un momento altamente impopolare a causa di progetti che avevamo messo in cantiere e non siamo riusciti a completare. Gli stessi progetti che l’amministrazione Capasso oggi sta concretizzando, primo tra tutti la ristrutturazione di via Cesare Augusto. Voglio pensare che sia stata colpa della burocrazia che i finanziamenti della Regione siano stati sbloccati dopo 3 anni e mezzo, non una scelta politica, ma resta il fatto che sono arrivati in amministrazione Capasso, e non possiamo che prenderne atto. Il nuovo sindaco riconosce la validità di alcuni progetti della vecchia amministrazione, una cosa che gli fa onore e testimonia la bontà del nostro operato».
Quali sono i pregi e i difetti di questo nuovo consiglio comunale?
«Noi della minoranza riconosciamo sempre le cose utili che sta facendo questa amministrazione. Ci siamo dati il compito di controllare ma anche di proporre, specie nelle commissioni. Ad esempio 9 dei miei 24 emendamenti sulle linee programmatiche sono stati approvati all’unanimità, non era mai successo negli ultimi 10 anni. Significa che le proposte erano valide. Durante il Consiglio ci infervoriamo di più, ma è anche il gioco delle parti. La mia sensazione è che stiamo lavorando tutti per il bene della città. Quello che contesto a questa maggioranza non sono le idee, quelle le abbiamo discusse in campagna elettorale, ma è la mancanza di una programmazione: le loro linee programmatiche hanno oltre 100 punti, sono ricche e ambiziose, ma non c’è traccia delle tempistiche per realizzare ogni singolo punto».
Daniele De Somma
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