Il tablet ai consiglieri? La questione diventa politica e tiene banco
E’ ferma alla fase della discussione la questione relativa all’acquisto dei tablet per i Consiglieri comunali. Nessuna decisione dunque è stata presa, e non poteva essere diversamente se solo si pensa alla pioggia di polemiche venuta giù, una volta trapelata la notizia. Il perché di tanto rumore è facilmente comprensibile: l’espressione “spending review” è ormai d’uso quotidiano, e con i tempi che corrono non c’è agenda politica, qualunque sia il livello territoriale di riferimento, che non ponga la questione tra le priorità assolute; quindi l’eventualità di ulteriori sprechi a carico dei contribuenti, non poteva non destare un diffuso malcontento. Ma come sono andate realmente le cose? La proposta di dotare ciascun Consigliere di un tablet o iPad, pare sia stata avanzata durante una conferenza dei capigruppo: richiesta che è diventata a loro dire necessaria, dal momento che il Comune si è avvalso esclusivamente della Pec (posta elettronica certificata) per inviare loro qualsiasi tipo di comunicazione. In merito poi si è espresso il Dirigente al Personale, Antonio Piccolo, inviando ai capigruppo una breve missiva: “si ritiene opportuno effettuare una verifica per conoscere quali Consiglieri siano già dotati di pc, al fine di contenere la spesa”. Tuttavia, secondo Ciro Di Giacomo di Alleanza dei Moderati “è stato sollevato, soprattutto dal rappresentante stellato, un polverone ingiustificato perché sin dal primo momento si era deciso che la spesa relativa ai tablet, dovesse gravare non sulle casse comunali bensì sulle tasche degli stessi Consiglieri; l’obiettivo di un acquisto del genere avrebbe dovuto essere sopperire alla mancanza di atti in forma cartacea, ed evitare un aggravio ulteriore ai danni dell’Ente”. Dal canto suo, il grillino Danilo Roberto Cascone sulla propria pagina Facebook ha fatto dichiarazioni che lasciano intendere ben altro: “Ho espresso in più di un’occasione, nelle sedi opportune, l’esigenza di digitalizzare la macchina amministrativa. Ciò non vuol dire che i Consiglieri debbano farsi comprare le ‘apparecchiature tecnologiche’ dai cittadini. Certe spese da parte delle Amministrazioni pubbliche, in momenti storici come questi, credo siano totalmente inopportune!” Una vicenda, insomma, che mostra ancora tante incongruenze.
Chiara Ricci
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