LA FAIDA DI NAPOLI EST – Agguato a Ponticelli: fermati due pregiudicati di 36 e 23 anni
Polveriera Napoli Est. A Ponticelli, quartiere periferico di Napoli da sempre crocevia dello spaccio al dettaglio e all’ingrosso della droga di tutta la Campania (negli anni in cui l’egemonia del Clan Sarno era fortissima, Pontcielli era il supermercato di eroina più grosso perfino di Scampia) è in atto una nuova faida di camorra. Per la gestione delle piazze di spaccio e per vendette trasversali che riconducono a vecchie faide, mai risolte tra vecchi e nuovi gruppi criminali, oggi affidati alle nuove leve del “sistema”. E se i vecchi boss non ci sono più: i Sarno sono diventati collaboratori di giustizia e il loro ex braccio armato, poi diventato il loro maggior nemico Antonio De Luca Bossa (‘o sicc) è in carcere da anni, ci sono gli eredi e gli eredi dei vecchi gregari che alleatisi con gruppi camorristici di territori vicini stanno dando vita all’ennesima guerra di camorra sotto il Vesuvio. Dal canto loro gli inquirenti hanno messo a ferro e fuoco il quartiere di Napoli Est e passo dopo passo stanno mettendo a segno colpi importanti per ristabilire la legalità in zone purtroppo da sempre ad appannaggio della camorra.
Arriva in questi giorni una svolta nelle indagini su due tentati omicidi avvenuti a Napoli nell’autunno 2020. Gli agenti della Squadra mobile e del commissariato di Ponticelli e i carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di Poggioreale, hanno eseguito un fermo della Direzione distrettuale antimafia nei confronti di due pregiudicati, Giuseppe Righetto e Nicola Aulisio, di 36 e 23 anni, ritenuti responsabili di tentato omicidio, ricettazione e porto abusivo di armi da fuoco aggravati dal metodo mafioso. Il primo agguato oggetto di indagini è quello che ha riguardato Rodolfo Cardone, 23 anni, ritenuto legato al clan camorristico De Martino, ferito alla schiena con un colpo di arma da fuoco il 7 ottobre 2020 in via Fratelli Grimm; il secondo episodio è il ferimento di Rosario Rolletta (poi passato dalla parte dello stato che ha svelato i retroscena della rottura della pax camorristica a Ponticelli, secondo cui i De Martino si sarebbero staccati dai De Luca Bossa accusati di non passare gli “stipendi” alle famiglie dei loro carcerati) 36 anni, considerato anch’egli vicino al clan De Martino, raggiunto a via Argine il 2 novembre da alcuni colpi calibro 45 all’avambraccio sinistro e alla testa. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, Righetto sarebbe responsabile del tentato omicidio di Cardone ed entrambi i destinatari del fermo sarebbero responsabili del ferimento di Rolletta. Righetto e Aulisio sono considerati esponenti del cartello camorristico De Luca Bossa-Minichini-Casella, attivo nel quartiere Ponticelli di Napoli e facente parte, insieme al clan Rinaldi della zona di San Giovanni a Teduccio e dei clan Cuccaro e Aprea del vicino quartiere Barra, del cartello mafioso denominato Alleanza di Secondigliano. Storici rivali dei Rinaldi sono i Mazzarella della vicina San Giovanni a Teduccio. E proprio da una serie di alleanze “strategiche” a Napoli Est si è riaccesa la faida. Lo scorso 14 marzo, nel popolare e storico quartiere di San Rocco, l’ennesimo agguato dove persero la vita Giulio Fiorentino e ferito Vincenzo Di Costanzo seguito poi dall’ordigno fatto esplodere in via Luigi Crisconio, dove insiste una importante piazza di spaccio, seguito ancora dal ferimento di un pregiudicato agli arresti domiciliari, colpito al torace mentre era sul balcone di casa: Ciro Cotugno in via San Michele.
La scintilla che avrebbe fatto riesplodere la faida a Napoli Est, secondo gli inquirenti è stato il ferimento alla mano di Giuseppe Righetto, fratellastro dei Casella, clan emergente alleatosi coi De Luca Bossa, acerrimi nemici dei De Micco, i “Bodo” smantellati da azioni di intelligence degli inquirenti che negli anni ne hanno decimato fila e vertici, dalla cui ceneri sarebbe nato un nuovo e temutissimo clan fatto di giovanissimi che si identificano con la sigla “xx”. Da pochi giorni è uscito dal carcere e confinato agli arresti domiciliari il leader carismatico dei “Bodo” Marco De Micco, arrestato nel 2013 durante una festa nuziale e detenuto al carcere de l’Aquila.
I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.