Sei carabinieri del Sud Italia arrestati, discriminazioni dalla stampa bergamasca. Fernando Farroni (Italia Viva): “Invitiamo i giornalisti a visitare le bellezze della nostra terra”
È una risposta di polso quella che arriva dal candidato regionale di Italia Viva, Fernando Farroni, in merito al post discriminatorio del giornalista bergamasco Daniele Martinelli. “Invitiamo il giornalista, la stampa e i cittadini dell’Italia Settentrionale a visitare il Sud – commenta Fernando Farroni, vicesindaco di Portici -. Voglio precisare che i fatti di Piacenza sono gravissimi e vanno condannati: ho piena fiducia nella magistratura e nelle indagini che, in queste ore, stanno portando avanti gli investigatori. Ma non posso condividere l’ennesimo pensiero discriminatorio nei confronti del Sud Italia, troppe volte finito al centro di episodi di questo tipo, stereotipati. Ci sono centinaia di migliaia di lavoratori, padri di famiglia, imprenditori e semplici cittadini che tutti i giorni si rimboccano le maniche per migliorare il Paese: non accettiamo pregiudizi come quelli esplicati dal giornalista Daniele Martinelli”, chiosa Fernando Farroni.
A innescare la comprensibile indignazione è il post social del giornalista Martinelli: “Sei meridionali su sei. Ora qui nessuno dice che essere meridionale significa essere delinquente, ci mancherebbe. Va però ribadito che la predisposizione a delinquere e a fare del male è solitamente propria di chi nasce, cresce e si forma al sud”. Questo è un passo del commento lanciato sui social network dal giornalista bergamasco che ha così commentato i fatti di Piacenza e l’arresto di sei carabinieri accusati di aver formato una vera e propria associazione a delinquere. Dunque, si tratta dell’ennesimo attacco della stampa nei confronti del Sud Italia.
“La discriminazione e il razzismo, soprattutto in un momento del genere, tristemente storico per quanto riguarda l’emergenza sanitaria e la crisi economica, sono l’ultima cosa di cui il Paese ha bisogno – conclude Farroni -. Non servono faide Nord-Sud, ma un piano di rilancio generale”.
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