EMERGENZA CORONAVIRUS: NON E’ UNA GUERRA, SOPRATTUTTO PER I BAMBINI
Emergenza Coronavirus, il contesto e l’ambiente cambiano, ai fini di non far abitare il virus in altri corpi; doverose le ordinanze da rispettare. In ambito psicoevolutivo, avviene la rottura dello “schema” personale dei bambini, cioè della struttura conoscitiva acquisita a partire dall’esperienza pregressa. Si pensi il mondo come una concatenazione di eventi in continuo divenire, fin dalle prime fasi della vita , i bambini acquisiscono i modelli mentali (detti, “script”) di esperienze che accadono con sequenzialità e che fungono da guida nella scelta del comportamento da adottare.
Ora gli script sono interrotti e azioni di routine quali , andare all’asilo, a scuola, disegnare o studiare con i compagni di classe, non sono più possibili.Pertanto con l’irregolarità delle esperienze, viene a destabilizzarsi il bisogno di sicurezza, propriamente del bambino. Da non trascurare che le info sulle quali ruota la conoscenza del mondo dei bambini , hanno una matrice sociale. Soprattutto i processi interpersonali si realizzano durante l’interazione con gli altri e più di ogni altro vi sono le figure genitoriali, che oggi più di prima, hanno anche il forte impegno a tutela della sfera emotiva del bambino. Credo ne consegua fortissima confusione in quelle che sono le sequenze da rispettare, memorizzate precedentemente e che avevano una specifica consecutio per i bambini e quello che in aggiunta, sovente si ascolta: tutti i media dicono la parola “Guerra”. Ora i figli partecipano maggiormente alla vita di famiglia, condividendone quasi ogni tempo con i genitori, ascoltando il tg all’ora dei pasti, la radio o semplicemente notizie flash ed importanti dell’ultim’ora. Dunque il bambino in età scolare che studia la guerra per la conquista dei territori, fatta di battaglie, sanguinamenti ed uccisioni per l’egemonia, oggi si ritrova a sentire continuamente: “ è guerra”. Importante è far comprendere a tutti i bambini, attraverso un linguaggio semplice, dicendo la verità e preservandoli dal male, che non c’è una guerra, ma un entità da scacciare e che ora mobilita e richiama ognuno nel proprio piccolo alla collaborazione contro un unico antagonista, la malattia. Questa, unisce il mondo, senza discriminazione attacca, inoltre contribuisce al processo di legame di tutte le persone di tutti i colori. Tant’è che l’augurio che #andratuttobene, è fatto con l’arcobaleno, che esce dopo il grigio della tempesta. Sinonimo di pace ma anche fonte di speranza. Con fiabe, disegni e metafore. Spiegateglielo così, con il lieto fine.
Carmen Scognamiglio (Psicologa)
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