ErotiCAM Gabinetto segreto II, il progetto che il Ministero ha censurato e Antonio Manfredi ha accolto al Cam di Casoria
Il 28 Novembre 2013 alle ore 18.30 il CAM Museum ospita “ErotiCAM Gabinetto segreto II”. Il progetto, censurato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza Beni Archeologici e accolto da Antonio Manfredi al CAM, riprende gli affreschi scandalosi degli scavi di Pompei e di Ercolano per trasformarli in erotiche e lussuriose imprese contemporanee. I protagonisti sono personaggi noti come Hermann Nitsch, Antonio Manfredi e Carl Djerassi, padre della pillola anticoncezionale. Il progetto, è nato da un’idea del trio artistico vienneseTEAM[:]niel, e parte dagli affreschi erotici degli scavi di Pompei e di Ercolano per attualizzarne il contenuto. Attraverso la sostituzione fotografica dei protagonisti, nel “Gabinetto segreto II” i reperti storici si trasformano in 25 scene hard. Gli interpreti sono personaggi noti tra i quali Hermann Nitsch, Antonio Manfredi e Carl Djerassi, padre della pillola anticoncezionale, che per l’occasione hanno messo a “nudo” la loro versione artistica. Il progetto si pone la finalità di documentare e analizzare la reazione del pubblico di fronte al cambiamento di un’opera d’arte, da oggetto culturale a sessuale, un effetto valutabile attraverso il tempo di permanenza davanti al montaggio fotografico e al video e attraverso l’interattività del pubblico invitato a lasciare un commento scritto sulle stesse opere. La visione dei nuovi concupiscenti interpreti delle immagini che ornavano le antiche terme romane, le ville e i lupanari (bordelli romani), sconcerta il pubblico e pone delle domande sulla visione della sessualità, sull’autocoscienza e sulla libertà artistica. Il titolo della mostra ricalca il nome del luogo in cui sono conservati gli originali reperti “scandalosi”, appunto il “Gabinetto segreto” all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La collezione “compromettente” è stata conservata gelosamente dal tempo dei Borbone, censurata innumerevoli volte e nascosta al pubblico sguardo fino alla fine del 20° secolo, elevandosi nel tempo anche ad emblema delle libertà di espressione. La Soprintendenza ne ha ora “censurato” (sulla scia del divieto che storicamente ha accompagnato l’ingresso al Gabinetto segreto) la sua nuova veste artistica contemporanea rifiutando “…l’autorizzazione a tale uso delle immagini per motivi di opportunità” e la mostra all’interno del museo Nazionale. Il museo CAM, sempre pronto ad accogliere fermenti artistici che riflettano sull’attualità e sui ruoli sociali, accoglie l’esposizione censurata assicurandone la visione pubblica.
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