LA TERRA DEI FUOCHI – Mobilitazione di massa, spaccatura e qualche polemica di troppo

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Il 26 Ottobre un fiume in piena ha completamento invaso il centro di Napoli. 40 mila cittadini liberi (appena 10.000 per la questura) hanno risposto presente all’appello di Angelo Ferrillo, promotore del movimento ‘‘La Terra dei fuochi’’. Un piccolo successo la mobilitazione generale andata in scena sabato pomeriggio nel capoluogo campano. 40 mila anime hanno sfilato per il centro cittadino, riunite in una sola voce, quella di Angelo Ferrillo, blogger e promotore del movimento “La Terra dei Fuochi”. L’obiettivo: dare un forte segnale per la lotta al biocidio, da non condurre esclusivamente con l’eventuale stanziamento di fondi per le bonifiche. E’ cominciata alle 16.00 la lunga e possente marcia targata “Stop Biocidio”. Piazza Dante si è scoperta così luogo di aggregazione di tantissimi comitati, provenienti da quasi tutta la Campania. Non solo, dunque, il “triangolo delle morte”, nel ‘mare’ di striscioni e cartelloni di protesta si sono intravisti anche i nomi di quei paesi esclusi dall’onda mediatica delle ultime settimane. Tra Casalnuovo e Acerra si leggeva così la scritta Pompei. Tra l’appello “Caserta non deve Morire” e i manifesti contro l’inceneritore di Giugliano, si ergeva sopra tutti lo striscione “Liberiamoci dal Male”, ad opera dell’omonimo comitato proveniente dai comuni Vesuviani. Testimonianza concreta che discariche abusive, roghi tossici e malattie tumorali sono piaghe che affliggono anche la realtà ad est e a sud di Napoli, nonostante l’istituzione nel ’95 di un Parco Nazionale, volto allo sviluppo dell’agricoltura locale e alla tutela delle specie animali e vegetali. Intorno alle 17.00 il corteo di manifestanti ha lasciato piazza Dante, sfilando così per Via Toledo. Le parole dell’organizzatore Angelo Ferrillo, unico detentore del microfono, hanno accompagnato così l’intera manifestazione, sovrastando la voce non unanime dei vari comitati scesi in protesta: “Boicottiamo la politica-ha detto più volte, durante l’evento, il ‘leader maximo’ della “Terra dei Fuochi”- E’ stata la cattiva politica a creare la situazione attuale. Boicottiamo eventuali stanziamenti di fondi per le bonifiche. Perché parlare di bonifiche, quando ci si trova ancora nell’impossibilità di fermare gli sversamenti illeciti e i roghi tossici?! Evidentemente perché dietro questi fondi ci sono gli interessi economici di tantissime banche. Quello delle bonifiche sarà il nuovo business, in cui si insedieranno Camorra e ‘malapoltica’. In tanti vorranno, ancora una volta, spartirsi la torta”. Dopo aver completamente invaso Piazza Matteotti e Piazza Trieste, intorno alle 19.00, l’intera folla ha stazionato a Piazza Plebiscito, al cui centro è stato allestito un palco. Ancora una volta un soddisfatto Angelo Ferrillo ha preso la parola: “Dicevano che non sarei stato capace di riunire così tanta gente con una manifestazione, organizzata senza alcun aiuto partitico, e costata appena 180 euro. Ma guardate: siamo in 100 mila!”. Tutto è proseguito secondo copione e senza alcun intoppo fino all’esposizione di uno striscione, issato dal comitato di Giugliano, da tempo in lotta per l’inceneritore che la Regione vuole realizzare nel territorio giuglianese. L’esposizione di quello striscione ha provocato l’ira del blogger, attualmente residente in Canada: “Il comitato è ben accetto, lo striscione no. Spogliatevi delle vostre identità”. Fischi, cori di protesta e lanci di bottiglie vuote nei confronti di un geloso e autoreferenziale Ferrillo, si son così susseguiti per diversi minuti. La situazione è tornata poi alla normalità quando chi protestava (Comitati di Salerno, Terzigno e Giugliano) è riuscito a salire sul palco e a dire la propria, dopo i tanti veti posti dal Ferrillo. Intorno alle ore 20 il corteo di manifestanti ha sgomberato la non più gremita Piazza del Plebiscito. Nel mese di Novembre sono attesi altri appuntamenti targati Stop Biocidio. La data del 16 Novembre, sempre a Napoli, vedrà, questa volta, uniti e coesi i più importanti comitati regionali. O almeno così si spera.

Dario Striano

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