MONDO IMMIGRATO – E’ la crisi bellezza: per vivere da regolare e fare la fame in Italia hanno aumentato la tassa per il permesso di soggiorno
“È grazie a molti immigrati che l’economia nazionale non è caduta nel baratro. Allora perché sacrificare proprio noi?”, ci chiede una vesuviana dalla pelle nera e residente in Italia da sei anni all’indomani del decreto che ha fatto discutere in materia di immigrazione. A fine gennaio arriva infatti il regalo di Natale di Tremonti e Maroni per gli immigrati in Italia: una tassa per il rinnovo del permesso di soggiorno. Nata col decreto 6 ottobre 2011, firmata dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti e dall’ex responsabile del Viminale Roberto Maroni, la tassa è entrata in vigore lo scorso 30 gennaio. Si tratterebbe di una manovra per far fronte alla crisi, che andrà a risanare il Fondo Rimatri, gli sportelli unici, le iniziative per l’integrazione e che coprirà le spese per l’ordine pubblico e per la sicurezza: insomma, una tassa razzista per migliorare la qualità della vita
degli immigrati o per allontanarli, quando necessario. Il contributo varierà in base al tipo di permesso di soggiorno richiesto: 80 euro per chi debba rinnovarlo ogni tre mesi un anno, 200 euro per chi superi i due anni, per i possessori insomma della cosiddetta “carta di soggiorno”. Gli 80 euro minimi però si andrebbero a sommare ai 57 euro per la richiesta di un permesso di soggiorno valido e per il suo rilascio, cifra che gli extracomunitari già pagano. “È una manovra vergognosa”, ci dice un immigrato vesuviano che vive in Italia da dodici anni e prosegue: “ci hanno tolto tutto”. Anche le mutande. Il 4 febbraio scorso davanti alle prefetture di Napoli, Torino, Vincenza gli immigrati hanno indetto il “mutanda day”: per protesta hanno donato le proprie mutande – le ultime cose che evidentemente rimanevano loro – allo Stato italiano.
Roberta Migliaccio
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