“Facimmoce ‘a croce: Napoli e i suoi Altarini”, un viaggio tra tradizione, urbanistica e teatro. Dopo il successo in replica il 16 ottobre

A grande richiesta, dopo il passaggio su “Il Settimanale Campania” di RAI3 ( Link dal minuto 17:56-> http://bit.ly/1TOdMUo ), replica domenica 16 ottobre 2016 (ore 11:00)  l’evento ideato da NarteA dal titolo “Facimmoce ‘a croce: Napoli e i suoi Altarini”. Curiosità sul tema dell’evento: Nel periodo angioino fu significativo l’insediamento a Napoli degli ordini monastici e il loro attivo diffondere la devozione per i santi e la Madonna. Il fenomeno della violenza delinquenziale segna un capitolo decisivo nell’evoluzione del percorso che la diffusione delle edicole votive compie nel tempo. Nel Settecento le edicole votive assunsero la struttura che troviamo ancora oggi in giro per Napoli grazie ad una “piccola” rivoluzione urbana. In seguito alla distruzione delle otto luci accese dinanzi a Palazzo Reale da parte di malviventi, arrivò l’idea geniale del domenicano Padre Gregorio Rocco, il quale riuscì ad illuminare la città invitando i concittadini a impiantare edicole votive illuminate, non gravando così sull’amministrazione del Regno, per risolvere la piaga delle aggressioni nei vicoli oscuri. Facendo leva sull’esigenza di illuminare le strade e sul rispetto del popolo napoletano per i santi e i loro luoghi di culto, padre Rocco si “servì” dei tabernacoli che non furono eretti solo per “grazia ricevuta” o per “voto”. Pertanto, l’evento “Facimmoce ‘a croce: Napoli e i suoi Altarini” di NarteA indaga sull’origine di questo elemento architettonico e della sua funzione nel corso dei secoli, attraverso un percorso che si snoda da piazza Dante a Sedile di Porto fino al vicolo Santa Chiara, animando questi luoghi delle edicole votive con attori professionisti in scena. Prenotazione obbligatoria per limite posti.

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