“La carezza del male” la storia dell’imprenditore coraggio Luigi Orsino diventa un libro
San Giorgio a Cremano – “ Sebbene aver combatuto contro un mostro dall’ immane potere non ti rende degno di rispetto, ma degno solo di essere ignorato dalle autorità che dovrebbero proteggerti e aiutarti, cosa ti verrebbe voglia di fare?” A Luigi Orsino, l’ imprenditore coraggio di San Sebastiano che ha denunciato i suoi estorsori, ma ha perso lavoro, averi e casa, è venuta voglia di scrivere un libro che racconta integralmente la storia che dal lontano 92’ ad oggi l’ ha accompagnato in un stato di indigenza totale. “ La carezza del male” lo ha intitolato ed è stato presentato lo scorso 27 febbraio all’ interno della biblioteca di San Giorgio a Cremano, alla presenza dell’ assessore all’ambiente Francesco Emilio Borrelli, l’ assessore alle politiche giovanili Michele Carbone ed alla presenza dell’ ex sindaco di Portici, Enzo Cuomo, la kermesse è stata moderata dal responsabile dell’ associazione Terra di Confine di Ponticelli, Pasquale. “ Ho deciso di scrivere questo libro per narrare la mia storia, ma non solo – spiega Orsino – questa è la storia di una vittima, come tante altre, una sorta di prontuario che aiuti chiunque dovesse trovarsi ad affrontare la mala pianta della camorra – continua provato – ma soprattutto per rendere noto il compito delle Istituzioni, che purtroppo non viene applicato, tranne quell’ unica parte dell’ apparato statale che funziona : i carabinieri – aggiunge – devo, inoltre esprire il mio giudizio sulla forte disparità che vige tra coloro che sono vittime e coloro che vengono chiamati collaboratori di giustizia, cioè coloro che avendo collaborato pienamente con la criminalità organizzata ad un certo punto per loro benefici personali se ne distaccano, si pentono e godono di tutti i benefici che lo stato li assicura. Lo trovo estramemente ingiusto, un pentito si pente solo ed esclusivamente perché trovato con le mani nel sacco, se fossero così vogliosi di legalità che si pentissero prima, a differenza delle vittime, come me, che non solo denunciano per l’ applicazione della legalità, vengono, anche, in un secondo momento dimenticati da ogni tipo di Istituzione – conclude – la mia unica e grande forza è stata la mia famiglia, mia moglie Giuseppina e mio figlio Roberto, che, come ho scritto nel libro, mi sono stati vicini sempre senza esitare un minuto, senza accusarmi, senza perdere mai la pazienza, quindi posso con orgoglio affermare che due cose la camorra non è riuscita a toglierci: L’amore e l’ onestà.” L’autore ha disposto che il 10% del ricavato dalle vendite del libro venga devoluto all’ associazione: Testimoni e vittime di Mafia, un grande gesto di solidarietà.
Luana Paparo
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