PROCESSO ESPOSITO – L’accusa cambia l’imputazione: l’ex sindaco non consumò il reato che ne produsse l’arresto

Carmine Esposito

Sant’Anastasia – A testa alta. Fino ad oggi ha affrontato le fasi del processo, quelle della gogna mediatica, dello sciacallaggio politico e del dietro front della sua vecchia squadra (intorno come ieri solo i fedelissimi) con enorme dignità, affermando sempre la sua estraneità a certi reati. La sospensione dal lavoro in ospedale, il dover spiegare ai figli di non essere “il mostro” che han voluto raccontare e soprattutto quel senso di appartenenza alla sua comunità che non ha mai perso, nemmeno dalla cella di un carcere, oggi iniziano a dargli ragione. La vita di Carmine Esposito, l’ex super sindaco di Sant’Anastasia, messosi di traverso alle lobby politiche che hanno gestito lo scacco edilizio fuori dai confini vesuviani, sta tornando a respirare.  Lo scorso 6 aprile, l’imprenditore Nicola Alfano, le cui accuse fecero arrestare l’ormai ex sindaco Esposito, ha reso una deposizione ai magistrati a seguito della quale il pubblico ministero Roberto Lenza ha chiesto, nell’aula del tribunale di Nocera Inferiore dove si sta svolgendo il processo all’ex sindaco Esposito, la modifica del capo di imputazione “alla luce della deposizione della persona offesa”. L’ex sindaco non dovrà dunque rispondere di induzione indebita ma tentativo di induzione, non di reato consumato, così come contestatogli all’indomani dell’arresto il 14 dicembre 2013, ma – e questo secondo l’accusa –  tentato. Anche in virtù di un’altra circostanza: delle intercettazioni alla base del procedimento contro Esposito ne sono state ammesse solo due, le altre non sono state ritenute legittime. “Alla luce della iniziativa del pubblico ministero – commentano a Il Mattino i legali dell’ex sindaco il prof. Vincenzo Maiello e Antonio De Simone– l’arresto di Esposito, che tanto clamore destò nella pubblica opinione e che determinò le sue dimissioni dalla carica di sindaco, potrebbe essere illegittimo, in quanto frutto di un’attività di provocazione criminosa non consentita dall’ordinamento vigente e severamente stigmatizzata dalla Corte Europa dei Diritti dell’uomo. Si accoglie così la tesi che abbiamo sostenuto fin dal principio”. La prossima udienza è stata fissata a fine settembre 2016 e la difesa potrebbe optare per il rito abbreviato.

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