“L’AFFARE GRANATELLO”. Accusati di concussione: il giudice scioglie la riserva sul procedimento che vede indagati 3 ex politici porticesi

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Sciolta la riserva sul procedimento penale che vede imputati 3 ex politici del Comune di Portici: l’ex consigliere comunale, in quota PdCICiro Nocerino, e i due ex assessori della Giunta Cuomo, l’architetto Rosario Frosina, responsabile all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, e Pietro Iodici, delegato al Patrimonio, accusati del reato di concussione per aver abusato – secondo un’inchiesta diretta dal PM Graziella Arlomede – del loro ruolo nell’amministrazione per minacciare due giovani titolari di una piattaforma, sita nel molo borbonico del Granatello.

Accettata la richiesta di riunire i procedimenti, avanzata dai legali della parte offesa, gli avvocati Michele Iannone e Giuseppe Ferrara, mentre è stata momentaneamente respinta la richiesta di inserire agli atti alcune registrazioni tra presenti per l’assenza dei supporti originali. Le registrazioni, infatti, erano agli atti solo per il procedimento che vedeva implicati, fino allo scorso 3 Luglio, Iodici e Nocerino; stralciato,poi, dall’indagine madre, che coinvolge anche Frosina, dalla richiesta di archiviazione del pm Arlomede. A cambiare gli scenari la decisione, nel mese di Maggio, del gip Russo, che ha disposto allo stesso pubblico ministero l’imputazione coatta per i due accusati. Da qui la richiesta di rinvio a giudizio anche a Iodici e Nocerino, dopo quella per Frosina, e il conseguente ricongiungimento del procedimento dello scorso 10 Febbraio.

Udienza rinviata, dunque, per mancanza della stenotipia, a Marzo, quando il Frosina sarà atteso dinanzi al giudice Montefuscoper chiarire meglio la sua posizione”. Poi si deciderà per il non luogo a procedere o per il rinvio a giudizio.

Secondo l’accusa l’ex assessore, indagato tra l’altro anche per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta in un’inchiesta che vede coinvolti 23 tra imprenditori, politici e dipendenti comunali, avrebbe insieme agli altri due politici, dapprima, avvicinato i due giovani per accordarsi riguardo la concessione di una piattaforma per un prezzo oscillante intorno ai 200 mila euro, per poi minacciarli di utilizzare gli uffici pubblici comunali, per eseguire una serie di controlli al locale, una volta sorti problemi relativi alla consegna e all’apertura dell’esercizio.

Non solo pretese economiche e pressioni, rese credibili dal ruolo politico degli indagati, sempre secondo l’accusa, gli ex politici avrebbero, addirittura, imposto la presenza del figlio dello stesso Frosina in società. In attesa di nuovi sviluppi, il Comune di Portici, rappresentato dall’avvocato Maurizio Lo Iacono, ha scelto di costituirsi parte civile nel procedimento.

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