Calcio, evasione fiscale: calciatori, procuratori e dirigenti di società sportive sotto inchiesta

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(AGV NEWS)

Ambienti giudiziari confermano al Velino che tra gli indagati dell’operazione ‘Fuorigioco’ coordinata dalla Procura di Napoli e condotta dai finanzieri partenopei, ci sarebbero alcuni nomi dei big del calcio. Tra gli oltre 58 indagati. Sono finiti nel mirino degli inquirenti l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, il presidente della Fiorentina Andrea Della Valle, il presidente della Lazio Claudio Lotito. Tra i calciatori risulterebbero indagati Ciro Immobile, Ezequiel Lavezzi, Diego Milito, German Denis, Antonio Nocerino. E’ scattato alle prime luci dell’alba il blitz del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli per eseguire, in varie regioni d’Italia, un decreto emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica partenopea, finalizzato al sequestro di somme di denaro, beni immobili e quote societarie, per un ammontare complessivo di oltre 12 milioni di euro, nei confronti di 58 persone che operano nel settore del “calcio professionistico”. I destinatari del provvedimento sono diversi calciatori, i rispettivi procuratori e alcuni dirigenti di società sportive, che, nel periodo dal 2009 al 2013, si sono resi responsabili, secondo l’ipotesi investigativa, in maniera sistematica di reati tributari, mediante condotte fraudolente esclusivamente finalizzate ad evadere il Fisco. Nei confronti di alcuni dei calciatori e dei procuratori coinvolti nell’indagine, la Guardia di Finanza sta eseguendo anche perquisizioni presso le abitazioni e gli altri luoghi nella loro disponibilità, con lo scopo di rinvenire eventuale documentazione bancaria e contrattualistica afferente ai fatti illeciti contestati. “L’operazione di oggi che vede impegnati oltre al Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli numerosi reparti della Guardia di Finanza su tutto il territorio nazionale, rientra in una più complessa attività di indagine che ha consentito di accertare l’esistenza di un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte, posto in essere da 35 società calcistiche di serie A e 8 nonchè da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori.

“Il meccanismo fraudolento – si legge nella nota dell’Aggiunto Vincenzo Piscitelli – architettato per sottrarre materia imponibile alle casse dello Stato italiano è stato adottato nel contesto delle operazioni commerciali aventi ad oggetto la compravendita dei calciatori. E’ stato appurato, in specie, che i procuratori provvedevano a fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le proprie prestazioni, simulando che l’opera di intermediazione fosse resa nell’interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti assistiti dagli agenti medesimi. Le società, da parte loro, approfittavano dell’indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando altresì della detrazione dell’imposta sul valore aggiunto relativa alla pseudo-prestazione ricevuta in esclusività. In questo modo, veniva consentito ai calciatori di non dichiarare quello che sostanzialmente era un fringe benefit riconosciuto agli stessi dalla società calcistica, che si accollava, a vantaggio dell’atleta, anche la spesa per l’intermediazione. In altri termini, l’importo pagato dai club costituiva un reddito da imputare effettivamente al calciatore e, di conseguenza, la società calcistica ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito lordo ascrivibile all’atleta. Taluni agenti stranieri di nazionalità argentina, peraltro, mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e attraverso l’interposizione di società-“schermo” con sede anche in “paradisi fiscali”, distraendo i compensi ricevuti dalle legittime pretese erariali del Paese di produzione del reddito (Italia) e di quello di residenza fiscale (Argentina), delocalizzavano i proventi derivanti dalle citate attività professionali. A fronte dei rilevanti importi fraudolentemente evasi (oltre 12 milioni di euro complessivi ), la misura patrimoniale del sequestro applicata in data odierna ha lo scopo di tutelare in maniera cautelativa le casse dello Stato, facendovi rientrare le somme che illecitamente erano state sottratte al Fisco dagli indagati.

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