“Affari di Camorra”: Cantone, Bindi e Sales presentano il libro a cura di Luciano Brancaccio e Carolina Castellano

12541098_768108499985953_8449170090667048991_nVenerdì, 15 gennaio 2016, presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, si è tenuta la presentazione dei risultati della ricerca Faro –Finanziamento per l’avvio di ricerche originali- al fine di impartire una nuova formazione ai giovani e promuovere il libro “Affari di Camorra, famiglie, imprenditori e gruppi criminali”, a cura di Luciano Brancaccio e Carolina Castellano.

Hanno partecipato alla presentazione Gaetano Manfredi, Rettore della Federico II; Enrica Amaturo, direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali; Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione; Rosy Bindi, Presidente della Commissione Nazionale Antimafia; Ferdinando Pinto, ordinario di Diritto Amministrativo al Dipartimento di Scienze Giuridiche;  Rocco Sciarrone, Università di Torino; Isaia Sales, Università Suor Orsola Benincasa.

Il primo a prendere parola è stato Gaetano Manfredi, il quale ha esposto il suo punto di vista ribadendo che il miglior modo di prevenire la Camorra è la conoscenza. Il discorso è stato poi ripreso da Ferdinando Pinto, che vede nella trasparenza e nella discrezionalità l’arma vincente contro la corruzione. Conoscenza, trasparenza e discrezionalità fungono da prefazione alla spiegazione di Rocco Sciarrone che espone i punti salienti del libro: “Un libro che non vuole fungere da contenitore per un insieme di saggi, ma si occupa di guardare al “problema Camorra” attraverso uno studio interdisciplinare”.

La Camorra viene, dunque, osservata sotto un nuovo punto di vista, inteso alla perfezione da Isaia Sales: «Non si può parlare di storia della Camorra senza parlare della storia nazionale». Il noto sociologo crede che la Camorra abbia un’origine plebea, promossa dalla modernizzazione: “Nasce dalla mediazione commerciale con le classi dirigenti che hanno influenzato la vita altrui monopolizzando il mercato. A Napoli, l’offerta è sempre stata maggiore della domanda, motivo per cui si è creato un nuovo mercato al di fuori della città”. È un mercato illegale, che potrebbe essere definito criminale, incentrato nelle province. Sales vede questa frammentazione come un fattore positivo, perché essa permette di coprire le aree illegali.

Raffaele Cantone ha affermato  di non essere d’accordo con la visione plebea della Camorra teorizzata da Sales e ha basato il suo discorso sull’oscurità che avvolge questa organizzazione. Secondo alcuni, parlare di Camorra “sporca” l’immagine del paese; ecco perché, per molto tempo, si è parlato di Mafia, dato che è un ente identificabile.”Nella Camorra non c’è un bianco o un nero, il colore dominante è il grigio; che è poi il colore delle relazioni. Per fermale non è sufficiente la repressione, ma bisogna prevenire con l’informazione”.

A conclusione della presentazione, Rosy Bindi ribadisce e rafforza le parole di Cantone, vedendo nello studio del fenomeno locale i dati generali capaci di far comprendere e contrastare il “problema Camorra”.

Milena Romano

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