Nel Santuario di Portici il trigesimo del boss Vollaro: amante delle armi e delle donne

POMELO_20160111141858_fast
Nel santuario di San Ciro, a Portici, il trigesimo della scomparsa di Luigi Vollaro, in arte ‘o Califfo, il boss dell’omonima famiglia criminale, per anni egemone, come del resto ancora oggi, secondo l’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, nel comune vesuviano.

Alle 17,30 di questo pomeriggio verrà celebrato il trentesimo giorno dalla morte del capoclan indiscusso di Portici, amante del lusso, delle armi e delle donne, tanto da meritarsi il soprannome di Califfo, scomparso, a inizi Dicembre, nel carcere milanese di Opera dove era detenuto da anni in regime di 41 bis, stroncato da un improvviso malore.

La notizia della celebrazione del trigesimo nella chiesa del Santo Patrono porticese, da qualche anno divenuta santuario, ha destato non poco clamore in città anche alla luce delle dichiarazioni di Papa Francesco che, di fatto, ha annunciato la scomunica a tutti i boss criminali:”La preghiera non si nega a nessuno– ha dichiarato ai nostri taccuini, padre Galdiero, parroco di San Ciro – Solo Dio può giudicare. Capisco che la notizia possa destare clamore ma siamo tutti peccatori… chi è senza peccato scagli la prima pietra“.

I funerali del “re della mala vesuviana” erano stati celebrati in forma privata due giorni dopo la sua scomparsa. Nessuna funzione pubblica dunque: la salma era stata trasportata il pomeriggio del 5 Dicembre nel cimitero porticese, e “salutata” con una piccola funzione religiosa da pochi intimi: “È importante tenere a mente – continua Padre Galdiero- la differenza tra i funerali e il trigesimo che è sostanzialmente una messa di preghiera per il defunto, affinché il Signore, unico nostro giudice, possa salvare la sua anima. Ripeto e spero sia chiaro: la preghiera non si nega a nessuno“.

A pochi giorni dal decesso di “don Luigi”, per anni ai vertici della Nuova Famiglia, consorzio di cartelli criminali che ha messo fine negli anni 80 allo stradominio camorristico della Nuova Camorra Organizzata di Cutolo in Campania, i famigliari del boss, attraverso manifesti pubblici, avevano ringraziato i porticesi per i tanti messaggi di cordoglio ricevuti:”Questo – ha detto il giornalista professionista Bruno De Stefano, autore di numerose pubblicazioni sul fenomeno camorristico, tra cui “I nuovi Boss” – accade perché a Vollaro non ho mai visto fare qualcosa di oltremodo folle e aggressivo. Resta sempre un camorrista, ma era un uomo “di rispetto”, in grado di far parlare di sé anche per altro, e di comandare non solo con il terrore… a differenza di molti colleghi della sua generazione e, soprattutto delle nuove leve di camorra: solo violente, spietate e prive di qualsiasi visione strategica”.
Dario Striano

I commenti sono disabilitati