Il rischio Vesuvio e l’allargamento della zona rossa. Dalle Tribune elettorali l’allarme di Marco Pannella
Il Vesuvio e il vesuviano diventano tema di campagna elettorale, si badi bene non di quella per il rinnovo di un consiglio comunale di una delle tante cittadine vesuviane che rientrano nell’area rossa bensì tema della campagna elettorale per le elezioni politiche del prossimo febbraio. Cosa ancor più sorprendente, a portare all’attenzione dei media e dell’elettorato nazionale la questione “Rischio Vesuvio” non è uno dei tanti parlamentari campani o napoletani “radicati” anche nel vesuviano ma il vecchio leader dei Radicali Marco Pannella che da diversi decenni ricorda all’opinione pubblica nazionale e ai napoletani l’importanza della questione. Infatti già nel 1992, in una intervista rilasciata a Il Mattino, Marco Pannella affermava: “E’ folle criminale, imbecille non affrontare come priorità europea e italiana il fatto che 500mila persone sono state indotte dalla camorra partitocratica a vivere sul Vesuvio o sulle sue pendici”. Nella stessa intervista il leader radicale dichiarava l’urgenza di unificare nell’area della “Grande Napoli” i servizi fondamentali, dai trasporti alla raccolta rifiuti, alla viabilità. Altrimenti, avvertiva Pannella “la criminalità camorristica costituirà l’unico ordine di fatto di quest’area”.
Dopo venti anni la questione ritorna di grande urgenza ed attualità. In una Tribuna politica trasmessa dalla Rai nei giorni scorsi, il leader radicale ha infatti rilanciato il tema Rischio Vesuvio e annunciato un riscorso, come avvenuto per la questione indecente del sovraffollamento delle carceri italiane, alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Questo l’appello lanciato dai radicali napoletani: “Un’occasione che non possiamo perdere perdere – ricordano i radicali – serve un cittadino per ciascuno dei 24 comuni a rischio Vesuvio, per fargli presentare il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per l’incapacità delle istituzioni”. Le zone a rischio infatti sono state recentemente aggiornate ed allargate secondo il nuovo scenario elaborato dal Dipartimento della Protezione civile e dagli enti locali presentato oggi dal capo del Dipartimento Franco Gabrielli che, inoltre, ha ricordato che su questi temi “si riscontra ancora un’eccessiva insensibilità e una mancanza di consapevolezza”. La vecchia zona rossa, in cui confluivano 18 comuni, viene dunque allargata a 24 e vi entrano anche i quartieri napoletani di San Govanni a Teducci, Barra e Ponticelli: si tratta delle aree che dovrebbero essere evacuate e che coinvolgono 800 mila persone. Per quanto riguarda l’estensione della zona da evacuare immediatamente, e che comprende anche quelle parti di territorio che potrebbero essere interessate a cadute di polvere vulcanica in grado di sfondare i tetti degli edifici e quindi far collassare gli stessi, oltre ai 18 già noti da anni, ai tre quartieri di Napoli citati sopra, sono stati aggiunti i comuni di Nola, Palma Campania, Poggio Marino, San Gennaro Vesuviano e Scafati, e l’enclave di Pomigliano d’Arco nel comune di Sant’Anastasia.
Salvatore Esposito
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