La Filosofia esce fuori dalle mura…. a Marina di Camerota il percorso di studi della Filosofia in carcere
La scuola estiva di «filosofia fuori le mura», opera dall”82, una vera istituzioni per il villaggio Villamarina. “Filosofia fuori le mura” nasce all’interno di un corso di Filosofia Morale della “Federico II” di Napoli a cura di Simona Marino e Giuseppe Ferraro. Una “fuga del sapere dentro il sapere”, che nel corso dell’anno si realizza in corsi di filosofia coi bambini nelle scuole, con i detenuti nelle carceri, con i giovani e con un corso semestrale di educazione ai sentimenti. Le giornate di Villamarina hanno visto negli anni la presenza di filosofi, artisti, scrittori, architetti, medici, scienziati,giuristi. Gli incontri mettono in risalto il confronto tra discipline differenti nella composizione di un vero e proprio simposio che si svolge ogni volta intorno a un argomento specifico elaborato nel corso di tutto l’anno. Gli incontri si svolgono all’aperto, in cerchio e circondanti dalla splendida vegetazione di Villamarina. Il verde degli alberi, la terra rossa di Camerota e l’azzurro del suo mare partecipano delle voci di tanti, studenti, docenti, in un’alleanza di sapere di scuole, università e professioni. Filosofia fuori le mura è una pratica, fuori le mura dell’accademia, un’estensione e una vera e propria applicazione sociale della filosofia dall’università alle scuole, con i bambini, in carcere, in comunità, negli ospedali, nei luoghi estremi, sui confini della città, ben consapevoli che i confini di una città, di un paese, di una comunità arrivano fin dove la voce ha parola, quando invece si spegne in un grido o resta attonita, la città finisce. Ovunque la voce resta inascoltata e la ragione perde ogni diritto e il diritto ogni sua ragione. Filosofia fuorile mura è l’espressione di una pratica della cura di sé e degli altri, bene sapendo che la realizzazione di ognuno si coniuga alla felicità di tutti. Il principio che ne guida la pratica è la restituzione. Il sapere è un possesso senza proprietà, va restituito a chi non lo ha avuto o lo ha perduto. Quest’anno il tema in discussione è “Pratiche dell’In comune”, rilevando nella preposizione “in” la doppia valenza di un essere in comune, fuori del comune, nella prospettiva di una critica della ragione comune e di una cura della felicità.
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