Il boss del pizzo ordinò dal carcere «Per la prima comunione portate a mia figlia il miglior iPhone che c’è»
TORRE DEL GRECO – Questa notte i Carabinieri del nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere emessa dalla magistratura napoletana a carico di 23 persone (tra le quali una donna e un minorenne) ritenute responsabili di estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso. Nel corso di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, i militari dell’Arma hanno fatto luce su una lunga serie di estorsioni consumate negli anni dai clan “Falanga”, “Di Gioia-Papale” e dai cosiddetti “Scissionisti”, le consorterie camorristiche operanti a Torre del Greco, ai danni degli operatori del porto, il principale volano economico della città, con l’imposizione “ a tappeto” del pizzo a titolari di locali pubblici ed a quelli di attività marinare, di ormeggio e di pesca. Istruttive le intercettazioni depositate. Il boss Isidoro Di Gioia, ad esempio, impose dal carcere ad uno dei suoi affiliati di regalare alla figlia, per la prima comunione, un I-phone di ultima generazione. Emerge dalle intercettazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare notificata oggi dai carabinieri allo stesso Di Gioia e ad altre 22 persone nell’ambito dell’operazione sulle estorsioni agli operatori del porto di Torre del Greco. In un colloquio in carcere con la madre, Di Gioia incarica la donna di portare un messaggio a Bartolomeo Palomba, da poco scarcerato e addetto alla riscossione delle tangenti per conto del clan: «Mandagli un bacio e digli ti chiedo solo un piacere, la bambina il 17 deve farsi la comunione e vuole l’iphone, però mi deve fare contento a me, mi deve fare contento a me». Effettivamente, nota il gip, «Palomba regala per la comunione della figlia di Isidoro un i-phone del valore di 770 euro quale regalo da parte di Isidoro ed un buono da 150 euro per acquistare un video game a suo piacere».
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