Gli operai delle Terme, il silenzio della politica e i colori dei Fratelli Musulmani
C’è poco da ridere, o forse no. Ma che in strada per proteste giustissime, per carità, si inizino a vedere i colori dei “fratelli musulmani”, a me fa ridere poco. Ieri pomeriggio il traffico ha totalmente paralizzato una Castellammare di Stabia, che se da una parte rilancia con il porto turistico e con l’incoming, dall’altro nel silenzio (complice) della politica perde le sue “vecchie glorie”. L’acqua, quella che si vendeva negli stabilimenti: andata. E con essa anche quella sulfurea delle Terme di Stabia, trampolino di lancio e dirittura di arrivo per politici con la “p” minuscola e la schiena storta che non si curavano di quanto costavano quei cda (tutti anche gli ecologisti e i passionari correvano per un posto nel cda delle Terme di Stabia, assieme a quelle di Agnano) e di che fine dovessero fare quei lavoratori. Sì i lavoratori, ieri hanno intasato la Città delle Terme e tra loro è spuntato un manifesto che col Padreterno, con San Catello e coi D’Alessandro (la storica famiglia che da Scansano controllava tutto) non c’entra nulla. E’ comparsa una bandiera nera, simile a quella dell’Isis, sulla quale c’è scritto in giallo ‘Terme di Stabia’. Amen.
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